19 aprile 2024
Aggiornato 10:30

GM: settimana cruciale in vista scadenza fissata da Governo

Ultimi tentativi per scongiurare fallimento colosso di Detroit

MILWAUKEE - Sarà una settimana decisiva per decidere le sorti di General Motors, che si giocherà le ultime carte per scongiurare il fallimento. Tra gli ultimi tentativi in corso è prevista la chiusura di altri quattordici stabilimenti, che avrà come conseguenza la perdita di altre decine di migliaia di posti di lavoro. Nel frattempo la casa di Detroit sta cercando di ottenere delle concessioni da parte dei sindacati e l'approvazione da parte degli obbligazionisti di una proposta di conversione del debito in azioni. Senza tali cambiamenti, l'amministrazione Obama ha chiarito che lunedì prossimo GM dovrà fare ricorso alla procedura fallimentare.

Mentre le lancette dell'orologio continuano a correre, con la scadenza imposta dal governo Usa che si avvicina inesorabile, il colosso automobilistico sta tentando di rivedere le proprie attività, in modo da essere in grado di continuare a ricevere i prestiti federali e restando operativa, nonostante il contemporaneo aumento dei costi e la contrazione delle vendite.
Venerdì scorso GM ha ottenuto altri 4 miliardi di dollari di prestiti federali, dopo i 15,4 miliardi già ricevuti in precedenza. In cambio il governo ha chiesto alla casa di Detroit di ridurre il debito, tagliare il costo del lavoro e di cancellare i marchi, le concessionarie e gli stabilimenti meno redditizi.

Questa settimana, dunque, Gm dovrebbe annunciare la chiusura di altri 14 stabilimenti, nel quadro di un piano già annunciato che prevede la chiusura di 16 fabbriche e che si pone l'obiettivo di tagliare costi e produzione. La decisione avrà come conseguenza la perdita di 21.000 posti di lavoro. Sino ad ora la società ha annunciato la chiusura di una fabbrica di motori a Massena, nello stato di New York, e di uno stabilimento produttivo nei pressi di Grand Rapids, nel Michigan.

I sindacati sono invece chiamati a sciogliere uno dei principali nodi aziendali, quello del costo del lavoro. Ma anche se le organizzazioni dei lavoratori dovessero approvare le proposte avanzate da Gm, rimarrebbe comunque da risolvere la questione spinosa del debito.

Gli obbligazionisti del gruppo dovrebbero esprimersi a giorni sulla proposta di conversione del debito in azioni Gm, ma sinora hanno opposto resistenza, rifiutando l'offerta che prevede di assegnare loro una quota del 10% nell'azionariato della società in cambio del cancellamento di 27 miliardi di dollari di debito. Se la proposta venisse approvata, potrebbe risultare decisiva per evitare di ricorrere all'amministrazione controllata. Gli analisti del settore ritengono comunque molto improbabile una tale eventualità, anche perché gli obbligazionisti hanno già fatto sapere che la quota azionaria che spetterebbe loro è troppo piccola rispetto all'ammontare del credito a cui dovrebbero rinunciare. Erich Merkle, analista indipendente del settore, non crede che lo swap avrà successo.
«Si tratta - afferma - di una somma stratosferica e gli obbligazionisti la guarderanno e diranno semplicemente: 'Ne discuteremo in un tribunale fallimentare', dove ritengo che riusciranno ad ottenere qualcosa di più». La proposta di conversione scade oggi, ma GM ha annunciato che domani deciderà se prorogare o meno l'offerta.