19 agosto 2025
Aggiornato 01:00
Editoria

Berlusconi: «Se cresce informazione Paese più libero»

Giusto! I consigli dell'Aduc

Il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, in un messaggio inviato ad un convengo sull'editoria e i giovani in corso a Siena, ha manifestato il suo entusiasmo per l'iniziativa asserendo che »... il Paese cresce se con esso crescono la cultura, l'innovazione, l'informazione e quindi la libertà».

Giusto! Siamo d'accordo con il capo del Governo. E ci sentiamo stimolati a dare alcuni consigli. Come soggetto della società civile esterno alle varie prebende dello Stato e impegnato in un servizio che con l'informazione intende sviluppare la consapevolezza dei singoli nel loro rapporto con lo Stato e l'economia. Potremmo scrivere fiumi di consigli, ma avremo altre occasioni, più specifiche, per manifestarli.

Per cultura e innovazione ci limitiamo ad evocare il metodo delle privatizzazioni e liberalizzazioni con la partecipazione dello Stato solo come controllore di regole che impongano la propria estraneità a qualunque business. Per l'informazione, invece, siamo più specifici, indicando alcuni punti fermi che, a nostro avviso, farebbero crescere la stessa rendendo -come dice Silvio Berlusconi- il Paese più libero. Il nostro concetto e la nostra pratica di crescita è solo in termini quantitativi (sulla qualità ognuno decide e giudica per sé), quantità che per manifestarsi abbisogna di assenza di monopoli e oligopoli e di leggi che limitino le specifiche attività professionali.

Ecco cinque consigli/base, per partire:
- Rai. Abolizione dell'imposta/canone. Privatizzazione con bando di gara per soli soggetti esterni al 100% allo Stato. Contratto di servizio per l'informazione istituzionale.
- Emittenti private. Divieto di possesso al medesimo proprietario per più di una rete nazionale e più di un rete locale/regionale.
- Abolizione dei finanziamenti agli organi di partito.
- Abolizione dei contributi all'editoria.
- Abolizione dell'ordine dei giornalisti.

Ovviamente ci sarebbero tanti altri punti. Ma se solo questi fossero presi in considerazione, anche solo per sviluppare un confronto istituzionale e non che non si basi sull'abituale insulto, arroganza e prepotenza, sarebbe un punto di partenza.
Per far crescere l'informazione crediamo occorrano opportunità e i nostri consigli possono servire in questo senso.

Vincenzo Donvito, presidente Aduc