Vw-Porsche: tensioni tra azionisti, integrazione a rischio
Piech diserta consiglio sorveglianza Porsche. Proteste dipendenti
BERLINO - Rischia di saltare l'integrazione tra Porsche e Volkswagen, mentre crescono le incomprensioni tra due tra le più antiche famiglie imprenditoriali tedesche - i Porsche e i Piech - e aumentano i timori sulla reale situazione finanziaria della casa di automobili sportive.
L'appuntamento-clou di oggi, la riunione del consiglio di sorveglianza di Porsche, in difficoltà finanziarie dopo aver tentato la scalata a Volkswagen, è iniziato con un'assenza di rilievo. A sorpresa Ferdinand Piech, co-proprietario di Porsche e presidente del consiglio di sorveglianza di Vw, non si è infatti presentato all'appuntamento, deciso dopo che lo stesso Piech aveva messo in dubbio la solidità delle finanze di Porsche. In mattinata, intanto, i dipendenti Porsche avevano protestato contro Piech e contro il progetto di fusione con Vw, annunciato nelle scorse settimane. A Zuffenhausen, quartier generale di Porsche, hanno incrociato le braccia circa 3.000 persone. Altre azioni di protesta si sono svolte davanti agli impianti di Weissach e Ludwigsburg.
«E' una situazione sorprendente che continuerà a essere tale fino a quando ci sarà Piech in giro», commenta all'Associated Press Ferdinand Dudenhoffer, docente di economia dei mezzi di trasporto all'Università di Duisburg-Essen che ha lavorato nel settore marketing di Porsche negli anni '80.
La riunione odierna del Consiglio di sorveglianza della Porsche avrebbe dovuto affrontare il piano di integrazione tra le due case automobilistiche, concordato all'inizio del mese da entrambe le parti della trattativa e che si è arenato lo scorso fine settimana dopo che Volkswagen ha annunciato di voler congelare i negoziati in attesa di un «chiarimento» da parte di Porsche.
Porsche avrebbe accumulato debiti per nove miliardi di euro per rilevare la maggioranza di Vw, di cui controlla al momento il 51%. Stando all'Associated Press nel corso dell'incontro di oggi del consiglio di sorveglianza si sarebbe dovuto parlare anche di un aumento di capitale di Porsche compreso tra 4 e 5 miliardi.
Il presidente di VolksWagen Ferdinand Piech, fa parte della famiglia che controlla la Porsche ed è il nipote di Ferdinand Porsche che fondò la prestigiosa casa di macchine sportive. La scorsa settimana ha dichiarato che i maxi-debiti signficavano che Porsche aveva «i propri problemi da risolvere» prima che i colloqui per l'integrazione potessero procedere.
Ma anche dal lato di Volkswagen oramai lo scetticismo verso la maxi-fusione sembra avere la meglio. In una lettera inviata agli impiegati dall'amministratore delegato della casa di Wolksburg Martin Winterkorn e ottenuta dall'Associated Press, l'azienda insiste sul fatto che ogni cooperazione richiede una «attenta preparazione» e che c'è bisogno di «piena trasparenza». Per Winterkorn insomma per ogni aggragazione tra Volkswagen e Porsche occorre analizzare sistematicamente analizzare la situazione di Porsche per avere un quadro chiaro della vera situazione».
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