19 aprile 2024
Aggiornato 00:30

Quali ripercussioni può avere una strategia basata sul web sulla carta stampata

Una edizione esclusivamente online può comportare una perdita di fino al 75% delle entrate

Una nuova ricerca mostra che la decisione di trasferire un giornale dalla forma stampata al web, e in seguito ad una edizione esclusivamente online, può comportare una perdita di fino al 75% delle entrate. Alcuni ricercatori della City University di Londra, nel Regno Unito, hanno esaminato il quotidiano finanziario finlandese Taloussanomat che ha chiuso la sua edizione stampata per lanciare una strategia basata sul web. I risultati sono i primi ottenuti per una tendenza che continua a crescere nel settore dei media.

Il trasferimento di un'edizione stampata dovrebbe far aumentare il traffico sul web, giusto? Lo studio della City ha scoperto che succede esattamente il contrario: il traffico del sito web del giornale rimaneva invariato. Secondo i ricercatori, gli Utenti Unici erano il 22% in meno e le Visualizzazioni della pagina erano diminuite dell'11% nei cinque mesi successivi alla chiusura dell'edizione stampata.

Neil Thurman e Merja Myllylahti della Scuola di specializzazione in giornalismo della City University credono che i lettori passano il 75% di tempo in meno a leggere la testata rispetto a quando esisteva sia la versione stampata che quella on line.

Dal lancio del servizio esclusivamente on line, il Taloussanomat ha visto ridursi sia le sue entrate che il numero di lettori, hanno spiegato i ricercatori. Anche se i costi si sono abbassati di oltre il 50%, le entrate del Taloussanomat hanno subito gravi perdite.

Secondo i ricercatori, la mancanza di pubblicità stampata e delle entrate provenienti dagli abbonamenti sono responsabili di aver intaccato questi valori. Hanno fatto presente, però, che in termini assoluti i tagli ai costi hanno compensato la perdita di entrate poiché la testata era in perdita già da qualche tempo.

Il modello usato dai ricercatori ha dimostrato che un quotidiano dovrebbe avere una perdita operativa del 31% o oltre per giustificare la chiusura dell'edizione stampata. Sebbene il pensiero di sedersi con un giornale la domenica mattina rievoca momenti felici, questo recente studio suggerisce che un gruppo piccolo, anche se crescente, di testate in perdita sarà costretto a chiudere i battenti delle proprie edizioni cartacee prima o poi.

Un passo del genere coinvolgerebbe anche i lavoratori. La versione presente esclusivamente sul web non garantisce al giornale il recupero delle perdite. Quando il Taloussanomat si è trasformato in un quotidiano esclusivamente on line, il personale è stato ridotto da 69 a 41 dipendenti. Secondo alcune fonti ci si aspettano ulteriori esuberi.

Sulla base dei risultati di questo studio, i ricercatori credono che le entrate pubblicitarie diminuiranno e che le testate diventeranno dipendenti da altre fonti di guadagno tra cui il «permission marketing» attraverso contenuti inviati dietro adesione, come le newsletter via email, e partenariati, servizi ed eventi che si basano sui brand dei giornali.

Hanno però sottolineato che i giornali esclusivamente on line avranno maggiori difficoltà a costruire la visibilità della propria testata ed a mantenere la loro indipendenza visto che c'è una maggiore pressione finanziaria per mettere insieme dei contenuti ed aumentare fusioni ed acquisizioni alla velocità della luce.

I ricercatori della City hanno inoltre scoperto che a causa della spinta ad aumentare il numero dei lettori on line e di usare meno risorse, circa l'80% delle storie riportate dal Taloussanomat provengono da agenzie o altre fonti.

Nel mondo, i lettori hanno già assistito alla chiusura della versione cartacea del Seattle Post Intelligencer, il quotidiano più antico dello stato statunitense di Washington. Anche il Christian Science Monitor ha annunciato di voler interrompere il suo formato cartaceo quotidiano. Mary Trammell, capo redattore del The Christian Science Publishing Society e membro del consiglio di amministrazione del Christian Science, ha dichiarato che questa nuova strategia «consoliderà il ruolo del Monitor nel suo secondo secolo di vita».