26 aprile 2024
Aggiornato 00:00

Libro bianco, Auser: riduttivo e ipocrita. Dimenticati gli anziani

Dichiarazione di Michele Mangano, Presidente nazionale Auser

ROMA - Nella presentazione del Libro Bianco sul futuro del modello sociale italiano, titolato «La vita buona nella società attiva», il ministro del Welfare ripercorre esattamente le stesse linee presentate con il Libro Verde.
Il richiamo che il Ministro fa al contributo che hanno dato «i soggetti istituzionali, le organizzazioni rappresentative di interesse e di valori, singoli cittadini» ha il sapore dell’ipocrisia perché poco o quasi nulla è stato modificato rispetto all’impianto originario sul quale si è costruito questo Libro Bianco.

A partire dal richiamo alla «Società attiva» che, come avevamo evidenziato nella nostra nota sul Libro Verde, appare davvero riduttiva rispetto a quella più attraente e sicuramente più avanzata che circola in Europa della Società Multiattiva», nella quale tutti devono avere la possibilità di lavorare, ma anche di coltivare interessi di vario genere: professionali e non professionali.

Si ripropongono in chiave celebrativa il tema della centralità della persona e della famiglia con il chiaro intento di ricondurre prevalentemente il tema sociale nell’ambito di un contesto apprezzabile ma non esaustivo.
Non c’è traccia, per esempio, del tema della condivisione delle responsabilità fra uomini e donne e della conciliazione dei tempi di vita e di lavoro. Non c’è traccia del tema dell’invecchiamento attivo, sul quale di poteva evidenziare il ruolo dell’anziano come una grande «energia rinnovabile» a vantaggio della comunità e del Paese.
Ma c’è di più: il soffermarsi in modo esplicito sulla idea che il Libro Bianco è dedicato «ai giovani ed alle famiglie», così recita il testo di presentazione preparato dal Ministro, evidenzia ancora una volta, qualora ce ne fosse bisogno, un nuovo atto discriminatorio nei confronti delle persone anziane. Non richiamarli nel testo di presentazione significa sottovalutare il loro ruolo e la loro funzione nella «società attiva». E questo ci sembra davvero insopportabile.

Si può considerare positiva, invece, l’apertura che il Libro Bianco fa verso il mondo dell’associazionismo e del terzo settore. Nel senso che nel testo de Libro Bianco si recupera il vuoto presente nel precedente testo (Libro Verde). Tuttavia, la declinazione proposta ci sembra ancora alquanto generica ed ancora insufficiente.
Possiamo considerarla una timida apertura ad un possibile, quanto auspicabile, confronto con i rappresentanti di questo mondo, a partire dal Forum del Terzo Settore.
Vi è un passaggio, infine, che precisa bene la natura profonda ed il significato della nuova proposta di modello sociale ed è quello che il Ministro confessa, cioè il Libro Bianco è intenzionalmente una dichiarazione di valori e della visione del nuovo modello sociale, al quale, però, si collega immediatamente il tema della compatibilità delle risorse, sottolineando che la spesa sociale si dovrà confrontare con la ricchezza disponibile anche in relazione alle esigenze di stabilità e del debito pubblico.
Come dire, le intenzioni sono buone ma nel concreto si può agire solo quando avremo i soldi per farlo.
Non ci sembra un modo positivo per lanciare una nuova idea ed un nuovo modello di stato sociale.