28 marzo 2024
Aggiornato 11:00

A febbraio calo vendite del 3,1% rispetto al 2008 per l’Istat

Adoc stima un calo più drastico del 7%

Secondo i dati forniti dall'Istat le vendite al dettaglio a febbraio hanno registrato un calo del 3,1% su base annue. Per Adoc il calo è stato più grave, intorno al 7%, con forti perdite per alimentari e abbigliamento.

«Secondo le stime dell'Adoc il calo dei consumi a febbraio è stato pari al 7% - dichiara Carlo Pileri, Presidente dell'Adoc - a fronte di una contrazione della spesa delle famiglie di circa il 5% e a un calo della spesa alimentare dell'8%. Il carovita e la perdita del potere d'acquisto spingono i consumatori italiani a rinunciare all'acquisto soprattutto di beni e servizi secondari. Per il settore abbigliamento i saldi invernali sono stati un vero e proprio flop, il 61,9% dei consumatori non ha effettuato acquisti, mentre, secondo i nostri dati, la spesa delle famiglie è calata del 10,4% rispetto all'anno passato, attestandosi sulla media di 125 euro per nucleo. Molte merci sono rimaste invendute, e a pagare dazio sono specialmente i piccoli commercianti, la categoria che più di tutte sta subendo il crollo dei consumi.»

Per Adoc sono proprio i negozi al dettaglio a subire le maggiori conseguenze della crisi del settore
«Gli acquisti dei consumatori nei negozi al dettaglio di abbigliamento e calzature sono complessivamente calati del 9% rispetto all'anno scorso - continua Pileri - mentre sono cresciuti gli outlet, che hanno visto aumentare le presenze del 3% e i centri commerciali, ma il boom previsto non si è avverato. Il piccolo commercio è in agonia, i negozi locali stanno lanciando un disperato urlo di aiuto, versano in condizioni economiche gravissime. Nei centri storici ha chiuso oltre il 20% dei locali, un piccolo negoziante al giorno, in ogni città, è costretto a chiudere bottega. Questi dati confermano le preoccupazioni espresse dall'Adoc e non recepite da enti locali, Governo e dai commercianti stessi. Oltre a creare un danno sia culturale che economico, creano un problema serio anche per tutti coloro che sono impossibilitati ad accedere ai centri commerciali, in primis gli anziani.«