19 aprile 2024
Aggiornato 20:30

Sicilia: Bernava (Cisl) richiama Governo e imprese per patto e fisco di vantaggio

Su fondi Ue chiesta cabina regionale regía e unità province

PALERMO - Un «grande accordo anti-crisi che faccia leva sul fisco di vantaggio», tra governo della Regione, parti sociali, banche, enti locali. É la proposta che Maurizio Bernava, segretario della Cisl Sicilia, ha lanciato nel pomeriggio di oggi dalle Ciminiere di Catania, aprendo il decimo congresso regionale della Cisl: 400 delegati che si confronteranno per tre giorni sull'idea di un «patto per il bene comune», dopo 199 assemblee congressuali svoltesi negli ultimi quattro mesi.

«Invitiamo tutte le parti politiche - ha affermato il numero uno della Cisl - a dare priorità alle questioni della crisi, che incalza inesorabilmente. La Cisl vuole offrire soluzioni contribuendo, con senso civico e disinteressato, alla liberazione della Sicilia dal fatalismo, dal fallimento, dalla marginalità storica». Nell'Isola, ha reso noto Bernava, tra gennaio e febbraio il tasso di attività delle imprese è scivolato al 51,3%, dato più basso in Italia. E a essere con l'acqua alla gola sono soprattutto i settori tessile, manifatturiero e l'edilizia, che ha registrato il crollo degli appalti pubblici del 22%. Sempre nel primo bimestre di quest'anno, ha rimarcato, la disoccupazione giovanile ha sfondato il tetto del 37% mentre l'indice di povertà si è attestato sul 30,6%, «dato più alto in Italia». Da qui il richiamo «a fare in fretta, mostrando un cambio di passo nella gestione delle emergenze economiche e sociali». Nell'Isola, ha dichiarato rivolto ai palazzi del potere, «non sembra esserci piena consapevolezza della situazione. Ma la Sicilia non cresce, la Sicilia si allontana dal Paese e dall'Europa, la Sicilia si sta fermando». É per questo che il sindacato «chiede al governatore Raffaele Lombardo - ha ripetuto - di organizzare un grande patto anti-crisi che abbia al centro la costituzione, presso la presidenza della Regione, di una unità di crisi; e che si regga su un piano anti-crisi costruito su due direttrici d'intervento, di lungo periodo: per politiche anticicliche e di sviluppo e per misure di tutela sociale e sostegno alle povertà». Cambiare la Sicilia, ha puntualizzato il segretario, equivale a «modificare i comportamenti di ciascuno puntando sul dialogo, la proposta e la collaborazione reciproca». Per contro, ritardare il cambiamento «significherebbe alimentare convenienze, appartenenze, logiche di scambio e clientela. E questo per la Sicilia sarebbe eticamente inaccetabile, economicamente insopportabile, politicamente insostenibile».

Il numero uno della Cisl è intervenuto dopo i saluti, tra gli altri, dell'arcivescovo di Catania Salvatore Gristina, del sindaco della città Raffaele Stancanelli e del presidente della provincia, Giuseppe Castiglione. Ha insistito sulla necessità di passare nell'Isola «da una economia della domanda a una economia dell'offerta, superando le logiche tradizionali di politica economica; e sull'urgenza che sia ridefinito il regime attuale di aiuti alle imprese. «Penso - ha sottolineato - al credito agevolato e persino, se anche fosse previsto, al credito d'imposta, perché questi sono strumenti insufficienti ad attrarre investimenti dall'esterno della regione». Ha anche ripetuto che bisogna fare tesoro della lezione di Agenda 2000: «42 mila interventi che hanno distribuito a pioggia 18 miliardi d'euro che non hanno portato nessuno sviluppo». Per la Cisl, invece, la carta vincente è la fiscalità di vantaggio mediante «l'abbattimento generalizzato e per un periodo di dieci anni dell'imposta sul reddito d'impresa a favore di chi investa nella regione». Su questa proposta Bernava si è soffermato: «è necessario - ha puntualizzato - costruire un grande fronte tra istituzioni e forze politiche e sociali. La Sicilia deve far sentire forte la propria voce, a Roma e Bruxelles». La relazione si è anche richiamata al «piano straordinario anti-recessione» messo a punto dal sindacato e sul quale, ha dichiarato il segretario, «attendiamo di confrontarci con gli attori dello sviluppo locale». La proposta Cisl spazia dai piani di decoro e ammodernamento urbano «che, sotto i cinque milioni, non richiedono gare europee», al fondo per partecipare al capitale di rischio delle piccole e medie imprese a una «norma antispeculativa» che subordini incentivi agli investimenti e ad autorizzazioni, concessioni e appalti, all'osservanza degli obblighi fiscali e previdenziali da parte delle imprese. Al presidente della Regione, ha affermato Bernava, «sollecitiamo l'apertura di una stagione nuova di concertazione operativa, attraverso l'unità di crisi. Anche perché l'Isola è l'unica delle grandi regioni italiane in cui non sia stato elaborato un pacchetto di misure per fronteggiare l'emergenza». In pratica, ha spiegato, proponiamo un duplice fondo per le piccole e medie imprese: di garanzia e partecipazione al capitale. Il primo per favorire l'accesso alle fonti finanziarie, l'altro per sostenere gli investimenti «ad alto contenuto innovativo e centrati sulle fonti energetiche rinnovabili». Riguardo alla gestione dei fondi Ue, l'idea Cisl è di istituire «una cabina regionale di regìa e nove unità strategiche provinciali»; di introdurre «sistemi di controllo incrociato per la verifica in itinere», dei risultati; e di rivedere l'architettura istituzionale attraverso cui, finora, la Regione ha gestito la programmazione comunitaria. «Un impianto obsoleto», ha avvertito Bernava, perché «ha determinato l'eccessiva frammentazione degli interventi facendo dei fondi europei una spesa improduttiva e, in parte, sostitutiva della spesa regionale corrente». Pertanto, ha sottolineato, serve «un'inversione urgente di tendenza affinché non sia perduta l'ultima occasione storica rappresentata dai 14 miliardi di Agenda 2007-2013».

Tra le altre proposte, l'istituzione di un «fondo sociale per gli indigenti» previsto nel bilancio regionale; la riforma del sistema della formazione professionale che «altrimenti imploderà travolgendo i settemila lavoratori». La creazione di una Agenzia regionale per la mobilità che «governi unitariamente il sistema delle infrastrutture». E il via alle «case della salute come centri di prevenzione e cura nel territorio».

Ha chiuso l'assemblea congressuale il segretario confederale nazionale Paolo Mezzio, che esattamente un anno fa lasciò a Bernava la guida della Cisl Sicilia per assumere, a Roma, la responsabilità della segreteria organizzativa nazionale del sindacato.