19 aprile 2024
Aggiornato 08:00
Accelerare al massimo l’iter per renderlo operativo in tempi brevi

Immigrazione: in arrivo 80 mila stagionali

Ma i troppi ritardi rischiano di compromettere i lavori agricoli

ROMA - Il decreto flussi 2009, firmato dal presidente del Consiglio e che prevede l’ingresso di 80 mila lavoratori stagionali extracomunitari, arriva dopo mesi di inspiegabile attesa nei quali si è accumulato un ritardo preoccupante che rischia di compromettere alcuni lavori agricoli. Per rimediare, in parte, a tale situazione ora occorre che il provvedimento abbia un iter accelerato, rispetto a quello ordinario, che porti in tempi rapidi alla pubblicazione in Gazzetta Ufficiale e renderlo così realmente operativo. E’ quanto sottolinea la Cia-Confederazione italiana agricoltori che ricorda l’importanza che rivestono questi lavoratori per la nostra agricoltura.

A tal proposito la Cia rileva che nelle scorse settimane il presidente Giuseppe Politi aveva scritto al ministro del Lavoro Maurizio Sacconi sollecitando, appunto, l’emanazione del decreto flussi e manifestando la preoccupazione delle aziende agricole per la mancanza di certezza, e per l’impossibilità di programmazione delle imminenti attività stagionali, a partire da quelle primaverili, con la raccolta dei piccoli frutti, fino alla vendemmia e alle operazioni legate all’olivicoltura.

E’ altresì, opportuno da parte delle Amministrazioni competenti -afferma la Cia- valorizzare al massimo l’attività che svolgono le organizzazioni professionali agricole di raccolta e di inoltro telematico delle richieste di nulla osta, trovando -anche a livello locale- le opportune sinergie e favorendo, attraverso specifiche intese, l’attuazione di procedure più snelle e veloci, proprio perché garantite nella loro trasparenza, efficienza e tracciabilità dal lavoro delle associazioni.

Si tratta di un ruolo, molte volte non riconosciuto come dovrebbe, ma che quest’anno -proprio in ragione del ritardo che si è accumulato- diventerà centrale nella gestione dei flussi e, per questo, richiederà -conclude la Cia- forme di valorizzazione e riconoscimento particolari e adeguate all’impegno profuso.