19 aprile 2024
Aggiornato 16:00

Frode Madoff, finanziere aspetterà sentenza dietro le sbarre

Artefice truffa del secolo mandato in prigione dopo il mea culpa

NEW YORK - Se sperava di tornare nel suo lussuoso appartamento dell'East Side di New York dopo aver fatto un semplice mea culpa, Bernard Madoff, l'artefice della più grande truffa del secolo - e forse dell'intera storia di Wall Street - si è sbagliato di grosso. Denny Chin, giudice della corte federale di Manhattan, ha infatti pazientemente ascoltato l'ammissione di colpevolezza dell'ex capo del Nasdaq di fronte agli 11 capi di imputazione contestatigli - tra cui quelli di frode e spergiuro - e poi, tra gli applausi dei presenti, ha mandato il finanziere direttamente dietro le sbarre.

Destinazione, il «Metropolitan Correction Center» di New York, che Madoff ha raggiunto dopo qualche ora, diventando ufficialmente il detenuto numero «61727054». E' qui, dunque, che quello che ha portato uno dei nomi più altisonanti della finanza Usa e mondiale, dovrà rimanere, in attesa del verdetto del giudice che deciderà sul suo destino, e che sarà comunicato il prossimo 16 giugno. Le speranze non sono molte, visto che Madoff rischia fino a 150 anni in carcere. Tra le migliaia di vittime c'è chi esulta, come chi oggi si è presentato in aula per guardarlo in faccia, e che ha poi applaudito alla decisione del giudice di revocare la cauzione, e chi invece pensa che sia comunque tardi, visti i soldi che sono andati in fumo.

Come l'investitore Cliff Bernie che, pur non presente in aula, ha detto che si limiterà a cercare di andare avanti, dopo aver perso ben 1,9 milioni di dollari. La sua rabbia è palpabile. «Ci sono persone che hanno perso tutto, e chi si è tolto anche la vita». Poco convincenti sono sembrate all'investitore e ad altre vittime, le scuse con cui Madoff ha accompagnato la sua ammissione di colpevolezza. «Non penso sia possibile riuscire a esprimere in modo adeguato il mio dispiacere per quello che ho commesso. Sono profondamente dispiaciuto e pieno di vergogna», ha detto Madoff di fronte a un pubblico di quasi 400 persone, rimanendo comunque sempre molto composto. Nel ripercorrere le tappe di una frode che è durata almeno 20 anni, e che ha bruciato per alcuni fino a 65 miliardi degli investimenti delle sue vittime, il finanziere ha detto di aver pensato all'inizio che lo schema Ponzi sarebbe finito presto, e che sarebbe riuscito prima o poi a liberare se stesso e i suoi clienti. Ma «con il passare degli anni, ho capito che questo giorno, insieme al mio arresto, sarebbe inevitabilmente arrivato».

Dunque, sono «dolorosamente consapevole di aver ferito molte, molte persone». Da segnalare che lo «schema Ponzi» prende il nome dalle dinamiche che vennero utilizzate negli anni 20 dal truffatore storico, Charles Ponzi - immigrato italiano che in pochi mesi diventò milionario -e funziona offrendo ai sottoscrittori enormi rendimenti che vengono elargiti grazie alle quote di ingresso dei nuovi venuti. Ma funziona solo fino a quando la piramide continua a crescere e non si verificano massicci ritiri delle quote, nel qual caso salta tutto. E così è stato in questo caso. Un vero e proprio tracollo per i risparmi di migliaia di investitori, tra cui si mettono in luce anche volti noti del mondo dello spettacolo. Nella lista delle vittime sono finiti infatti il regista Steven Spielberg, il magnate dell'immobiliare Mortimer Zuckermann e il Nobel per la Pace del 1986 Elie Diesel. Ma anche l'attore Kevin Bacon, e altre celebrità americane come Norman Braman, ex proprietario della squadra di football dei Philadelphia Eagles, Fred Wilpon, attuale proprietario del rinomato team di basket dei New York Mets, e Ezra Merkin, presidente della Gmac Financial Services. Molte di più sono le vittime «anonime». E a tal proposito Brad Friedman, legale che rappresenta 100 vittime della truffa, precisa che la maggior parte degli investitori raggirati sono persone che hanno lavorato tutta la vita duramente, e che di certo non possono essere considerarsi ricche. Tra loro c'è anche Burt Meerow, 70 anni, che ha visto svanire tutti i risparmi di una vita. E che ora sta vendendo la sua abitazione di Park Ridge, in New Jersey, per farcela in qualche modo. Alle scuse e spiegazioni di Madoff è seguita la decisione del giudice Chin, che ha predisposto la revoca della cauzione.

«Ha un motivo per fuggire e ha i mezzi per farlo - ha detto il giudice -La cauzione è revocata». Madoff è uscito così dal tribunale di Manhattan ammanettato, pronto a recarsi al centro di detenzione «Metropolitan Correction Center». Aggiungendo così il suo nome alla lista di ex dirigenti famosi nella storia della Corporate America, che stanno tuttora scontando la pena: come Bernanrd Ebbers, ex amministratore delegato di WorlCom, 67 anni, che si trova nel carcere di Oakdale, in Lousiana, e John Rigas, 84 anni, l'ex numero uno di Adelphia Communications, imprigionato in un centro di Butner, in Carolina del Nord. Intanto Richard Friedman altra vittima di Madoff che ha perso più di tre milioni di dollari e che ha assistito al mea culpa del finanziere, ha così detto.

«Andrà in prigione per 150 anni. Bene, gli auguro davvero di vivere a lungo». In generale il caso Madoff resta aperto, in quanto in attesa di conoscere la sentenza, rimangono molti i punti oscuri che le autorità federali sperano di chiarire presto. Chi ha aiutato per esempio Madoff a orchestrare una tale truffa? Quali sono stati i suoi complici? A tal proposito una vittima intervistata da Fox News ha puntato il dito contro la moglie di Bernanrd, Ruth Madoff. «Bernard non è una persona molto socievole, era Ruth che coltivava i rapporti» con i clienti, ha detto. La speranza, dunque, è ancora nella giustizia americana. Molti si dicono convinti che alla fine gli altri colpevoli di questo incredibile schema Ponzi, che probabilmente Madoff sta proteggendo, saranno infatti portati allo scoperto. E finalmente puniti.