Spesi di 120 milioni in frappe, bugie & c.
E’ quanto afferma la Coldiretti nel sottolineare che la spesa è rimasta stabile con prezzi per tutte le tasche che variano da 50 a 5 euro al chilo
Per Carnevale si spendono oltre 120 milioni di euro per consumare circa 20mila tonnellate tra frittelle, castagnole, frappe, chiacchiere ed altre specialità che variano da regione e regione. E’ quanto afferma la Coldiretti nel sottolineare che la spesa è rimasta stabile con prezzi per tutte le tasche che variano da 50 a 5 euro al chilo con la possibilità di risparmiare fino a dieci volte ricorrendo ad un tradizionale e semplice fai da te casalingo.
Nel week end in cui si concentrano le giornate clou del carnevale, da Rio de Janeiro a Venezia ma anche in altre 50 città italiane in cui si svolgono manifestazioni di una certa rilevanza, nelle piazze, negli agriturismi e nelle case si preparano e consumano - sottolinea la Coldiretti - i dolci tipici della tradizione a base in maggioranza di ingredienti semplici come farina, zucchero, burro e uova.
Secondo i calcoli della Coldiretti con meno di cinque euro è possibile acquistare tutti gli ingredienti necessari per le tradizionali frappe ed anche fare fronte ai consumi energetici per la cottura. Per preparare un chilo di frappe sono infatti necessari - precisa la Coldiretti - mezzo chilo di farina (0,50 euro), cento grammi di zucchero (0,20 Euro), cinquanta grammi di burro (0,50 Euro), tre uova intere (0,50 Euro) un bicchiere di vino bianco (0,50 Euro), un litro di olio di semi (2 Euro) e un pizzico di sale (0,01 Euro). Leggeri cambiamenti di spesa - rileva la Coldiretti - possono verificarsi per le diverse varianti dei dolci tipici di carnevale, che possono richiedere la presenza di miele, cannella o uvetta, senza tuttavia intaccare gli enormi margini di convenienza rispetto agli acquisti in negozio.
Berlingozzi e cenci in Toscana, cicerchiata in Abruzzo, brugnolus e orillettas in Sardegna, galani in Veneto, sfrappole in Emilia Romagna, bugie in Liguria, chiacchiere in Basilicata, struffoli e sanguinaccio in Campania, crostoli in Friuli, frappe e castagnole nel Lazio, pignolata in bianco e nero in Sicilia e grostoi in Trentino, sono solo alcune - sottolinea la Coldiretti - delle specialità gastronomiche regionali che trovano posto sulle tavole degli italiani con il carnevale.
Una festa - ricorda la Coldiretti - che prende le mosse dalla tradizione della campagna, dove segnava il passaggio tra la stagione invernale e quella primaverile e l'inizio della semina nei campi che doveva essere festeggiata con dovizia. Ecco perché sono proprio gli agriturismi che conservano spesso gelosamente le ricette del passato i luoghi dove si possono meglio gustare le specialità piu’ tradizionali della festa. I banchetti carnevaleschi - continua la Coldiretti - sono molto ricchi di portate perché, una volta in questo periodo si usava consumare tutti i prodotti della terra, non conservabili, in vista del digiuno quaresimale. Il festeggiamento del carnevale è un fenomeno che resiste nel tempo e coinvolge milioni di italiani, soprattutto i più giovani che sfruttano l'evento per divertirsi e approfittare delle molte feste locali e delle centinaia di golosità tipiche che la Coldiretti attraverso un monitoraggio regione per regione ha voluto evidenziare in ricordo delle tradizioni agricole e alimentari.
LA SPESA PER LE FRAPPE A CASA
500 g di farina: 50 centesimi
100 gr di zucchero: 30 centesimi
50 g di burro: 50 centesimi
3 uova intere: 1 euro
un pizzico di sale: 1 centesimo
1 bicchiere vino bianco 50 centesimi
1 litro di olio di semi per frittura: 2 euro
TOTALE 4,81 Euro Fonte: Elaborazioni Coldiretti
MAPPA COLDIRETTI DEI DOLCI TIPICI DI CARNEVALE PER REGIONE - ABRUZZO: cicerchiata, gnocchetti grandi come ceci, fritti, guarniti con zucchero caramellato e miele e decorati con i canditi e confettini;
BASILICATA: chiacchiere, nastri di pasta dolce fritti e spolverati di zucchero a velo torta da sanguinaccio, taralli al naspro, zucchero caramellato;
CALABRIA: pignolata, piccole sfere di pasta dolce, fritte in olio di oliva e unite tra di loro dal miele e chiacchiere;
CAMPANIA: struffoli, bastoncini con zucchero, miele e frutta candita, fritti e con confettini colorati, zeppole e sanguinaccio, crostata con sangue di maiale e cioccolato;
EMILIA ROMAGNA: sfrappole e lasagnette, tagliatelle dolci fritte bagnate con succo di arancia e cosparse di zucchero a velo;
FRIULI VENEZIA GIULIA: crostoli, le frittelle e - segnala la Coldiretti - le castagnole;
LAZIO: frappe fritte o al forno e castagnole gustose e morbide palline di pasta fritta riempite di ricotta o crema pasticciera;
LIGURIA: bugie nastri di pasta dolce fritti e spolverati di zucchero a velo;
LOMBARDIA: tortelli, dolci fritti cosparsi di zucchero e cannella o farciti con crema o con uvetta;
MARCHE: scroccafusi, palline di pasta con cannella e scorza di limone prima lessate in acqua bollente e poi fritte. spolverati di zucchero e bagnati con alchermes;
MOLISE: scorpelle, dolcetti ricoperti di miele e Struffoli;
PIEMONTE: bugie, rombi o nastri fritti;
PUGLIA: chiacchiere e frittelle;
SARDEGNA: brugnolus, a base di farina, uova e purea di patate, fritti e avvolti nello zucchero e orillettas, listarelle di pasta intrecciate, fritte e ricoperte di miele;
SICILIA: pignolata dolce metà bianco e metà nero composto da pezzettini di pasta fritti e ricoperti da glassa al limone o cioccolata e fravioli, ravioli fritti con crema o ricotta;
TOSCANA: berlingozzi, ciambelle e cenci, nastri di sfoglia fritti;
TRENTINO A.A.: grostoi, nastri di pasta dolce fritti e spolverati di zucchero a velo;
UMBRIA: frappe e struffoli, bastoncini con zucchero, miele, frutta candita fritti e guarniti con confettini colorati;
VALLE D'AOSTA: bugie, tortelli con uva sultanina ammorbidita nel rum e ricoperti di zucchero e - continua la Coldiretti - panzerotti alla marmellata;
VENETO: galani, strisce quadrate o rettangolari fritte, frittelle e castagnole bocconcini fritti;
Fonte: Elaborazione Coldiretti
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