Fai Cisl: «Non si dimentichino i pescatori siciliani»
La modifica al Dlg n. 162 del 23 ottobre 2008 ha destinato 30 milioni di euro esclusivamente alle aziende, sotto forma di aiuti al credito e agli investimenti
«Giusto aiutare le imprese di pesca, ma senza dimenticare i pescatori». Questo e quanto dichiarato da Fabrizio Colonna Segretario generale Regionale Fai-Cisl, che insieme a Sarino Paratore Coordinatore Regionale Pesca della FAI hanno raccolto il disagio del mondo del lavoro dipendente del settore pesca, che durante il periodo natalizio, si è visto penalizzato dall'intervento del Parlamento il quale, modificando il Dlg n. 162 del 23 ottobre 2008, ha destinato 30 milioni di euro esclusivamente alle aziende, sotto forma di aiuti al credito e agli investimenti.
Lo sforzo di pesca, questa volta, non è stato quindi condiviso con i marinai, ma bensì il Parlamento ha deciso in maniera univoca di aiutare solo le imprese, come se queste ultime fossero le uniche vittime dei danni conseguenti il caro-gasolio, dimostrando poca sensibilità e scarsa conoscenza delle norme contrattuali di lavoro e delle peculiarità di questo settore. Malgrado in tutti i tavoli di discussione si sia evidenziato che la crisi dovuta al caro-gasolio colpisce tanto l'azienda quanto i lavoratori, con questa modifica al decreto si permette di fatto alle imprese di accaparrarsi tutte le risorse economiche previste, mentre si lascia a bocca asciutta i lavoratori stessi. Proprio quei lavoratori che ogni giorno affrontano i rischi che questo mestiere comporta e che, a causa di un sistema retributivo, come quello «alla parte», li vede obbligati a partecipare in maniera forte al rischio d'impresa.
Gli stessi pescatori che durante le manifestazioni per il caro-gasolio sono stati in prima linea, a fianco dei datori di lavoro, a rivendicare gli interventi necessari al superamento della crisi. E adesso lo Stato che fa? Gli dice che il rischio d'impresa è solo dell'armatore e che gli aiuti non vanno divisi con chi, tutti i giorni, indipendentemente dalle condizioni lavorative, garantisce la sopravvivenza dell'azienda. Una soluzione inaccettabile, tanto che la Fai-Cisl, Siciliana ha indetto lo stato di agitazione del settore, organizzando assemblee con i lavoratori, per informarli su quanto accaduto, riservandosi di valutare ulteriori forme di protesta.