25 aprile 2024
Aggiornato 11:30

La neve ha tagliato le gambe alle aziende venatorie

Lo stop è costato un milione e mezzo di euro

La neve ha tagliato le gambe alle aziende venatorie. La sospensione della caccia, che scatta per legge quando la coltre bianca copre il territorio, ha causato danni per circa un milione e mezzo di euro alle riserve agrituristiche lombarde.
«Abbiamo subito uno stop di circa dieci giorni – spiega Ovidio Brambilla, Presidente dell’Ente Produttori Selvaggina e titolare del Mortone di Zelo Buon Persico – centinaia di capi sono rimasti nelle riserve e adesso, visto che la stagione si chiude il 31 gennaio, ci resteranno in carico fino alla prossima stagione. Con i relativi costi di mantenimento».

Le aziende agrituristico venatorie (che in Lombardia sono circa 160, concentrate principalmente fra Pavia, Lodi, Cremona e Milano) ogni anno spendono decine di migliaia di euro per piani di ripopolamento e mantenimento di fagiani e anatre. A fronte di questi investimenti hanno piani di prelievo, per una quota che oscilla fra il 30 e il 40 per cento dei capi, approvati dalle rispettive province, che servono anche a coprire i costi dell’attività. Ma tutto salta se arriva la neve. Come quest’anno.

«Una pezza ce l’ha messa la Regione permettendo l’attività almeno sulle anatre – spiega ancora Brambilla – ma la vera soluzione sarebbe quella di confermare il divieto sul territorio, lasciando però la possibilità di prelievi all’interno delle aziende anche con la neve fino a uno spessore di 30 centimetri. In questo modo, in caso di eventi particolari, potremmo gestire la situazione senza i problemi che invece abbiamo avuto dall’Epifania in poi».

Alla «Ca’ de Rhò» di Graffignana hanno riaperto l’attività sabato scorso «ma ormai il danno è fatto – spiega il titolare Giacomo Belloni – Nel 1985 era nevicato con la stessa forza, ma dopo una settimana l’attività era ripartita perché la neve si era sciolta. Quest’anno invece è gelata e, per legge, anche se lo strato è solo di due centimentri non puoi fare nulla. E’ stato un disastro un po’ per tutti».