19 aprile 2024
Aggiornato 17:30
Legge sul commercio

Pronti i correttivi alla legge 28 sul Commercio in Sicilia

Garantire il mercato e la libera concorrenza. Rendere più solide le piccole e medie imprese che operano in modo “sistemico” nel settore

PALERMO – Pronti i correttivi alla legge regionale 28, del 22 dicembre 1999, che disciplina il commercio sulle aree private. Saranno anticipati dall'assessore alla Cooperazione e Commercio, Roberto Di Mauro, nel corso di una conferenza stampa la prossima settimana, e presentati alla prima seduta utile della giunta di governo.

Due gli indirizzi centrali del disegno di legge: garantire il mercato e la libera concorrenza nell’interesse dei grandi investimenti e delle scelte alimentari dei consumatori; rendere più solide, attraverso contributi e agevolazioni di credito, le piccole e medie imprese che operano in modo «sistemico» nel settore.
L’assessore Di Mauro, ha sottolineato la validità dell'attuale legge sul commercio che «ha consentito, al di là delle disfunzioni sopraggiunte, di liberalizzare i piccoli esercizi e di costruire nuove aree destinate alla grande distribuzione, portandola quasi alle medie nazionali in termini di superficie. Nel frattempo, però, si è verificata una crescita smisurata dei grandi poli. E la cosa rischia di far scomparire i piccoli esercenti, distributori molto spesso di vere eccellenze territoriali».

Per ristabilire l’equilibrio degli interessi in campo, uno dei correttivi, ha anticipato Di Mauro, «sarà eliminare dall’attuale legge regionale tutte quelle norme che hanno esasperato il rapporto tra piccoli e grandi esercizi, rendendo alcune zone del territorio così sature da oltrepassare il limite di superficie autorizzabile».
«I numeri sono chiari», ha affermato il dirigente del servizio Commercio, Leonardo Pipitone, «a fine dicembre 2008, a normativa vigente, le conferenze di servizi hanno espresso parere positivo sull’apertura di oltre 900mila mq di superficie di vendita destinata alla grande distribuzione, di cui circa 200 mq destinati al settore alimentare e 700 ad altri settori commerciali, autorizzando la costruzione di circa 100 strutture, presumibilmente tutte operative entro il 2010».

Affrancare gli investimenti da ingerenze malavitose e creare un mercato veramente 'libero' è un altro obiettivo del governo. «Saranno inseriti ulteriori elementi di trasparenza. Le nuove procedure di affidamento – ha detto l'assessore – permetteranno di rintracciare la fonte dei capitali impiegati per la costruzione dei centri. Sarà reso, inoltre, obbligatorio l'insegnamento della normativa nazionale e regionale in materia di antiracket e antiusura, nei corsi professionali di abilitazione all’esercizio dell’attività».