Pensionati in corteo per chiedere attenzione al Governo
A Torino alcune centinaia di persone sono sfilate per le vie del centro e hanno concluso la manifestazione sotto la sede Rai di via Verdi
Presidi e assemblee pubbliche in tutti i capoluoghi di provincia per sensibilizzare l'opinione pubblica sui problemi della categoria.
A Torino alcune centinaia di persone sono sfilate per le vie del centro e hanno concluso la manifestazione sotto la sede Rai di via Verdi.
Nemmeno il freddo polare, con temperature abbondantemente sotto lo zero, ha scoraggiato i pensionati piemontesi, scesi in piazza questa mattina nelle principali città della regione per chiedere attenzione e soprattutto misure adeguate al governo.
A Torino alcune centinaia di persone si sono date appuntamento alla stazione di Porta Nuova e, dopo una breve assemblea, sono sfilate in corteo attraversando via Roma, piazza San Carlo, piazza Castello, via Po per concludere la manifestazione in via Verdi, sotto la sede regionale della Rai.
Presidi e incontri pubblici si sono tenuti in tutta la regione (da Novara a Verbania, da Asti a Cuneo, da Alessandria a Biella e da Vercelli a Borgosesia) con distribuzione di volantini e materiale informativo sui motivi della protesta e sulle richieste avanzate, ottenendo consensi e solidarietà dalla popolazione.
Alla base dell'iniziativa piemontese il mancato accoglimento da parte del governo centrale delle istanze della categoria su detassazione della 13esima mensilità, estensione della 14esima mensilità oltre i 650 euro, adeguamento annuale delle pensioni in linea con l'aumento del costo della vita, legge e fondo per la non autosufficienza e creazione di un nuovo paniere Istat.
Nell'esprimere grande preoccupazione per il peggioramento della situazione economica, Spi Cgil, Fnp Cisl e Uilp Uil del Piemonte e di Torino, hanno voluto denunciare con questa iniziativa la secca perdita del potere d'acquisto delle pensioni (-30% del loro valore negli ultimi anni) e richiamare l'attenzione su alcuni problemi particolarmente sentiti dai pensionati come la necessità di un nuovo paniere Istat tarato sui reali bisogni delle persone anziane, la modifica del meccanismo di perequazione automatica delle pensioni, l'inadeguata copertura finanziaria del Fondo sulla non autosufficienza e la mancata approvazione della legge.
«Rivendichiamo - hanno affermato i segretari di Spi-Cgil, Fnp-Cisl e Uilp Uil Lorenzoni, Campora e Aita - la riduzione fiscale per i redditi da pensione e chiediamo al governo la convocazione di un tavolo per definire gli adeguamenti economici rapportati al costo della vita e alla crescita economica del Paese, nel rispetto degli accordi del luglio 2007. A livello periferico sollecitiamo l'attivazione di tavoli di confronto con regione, comuni, asl, ospedali, consorzi socio assistenziali ed enti previdenziali, in difesa del reddito e della qualità della vita».
«La social card - hanno aggiunto - è iniqua, ha il sapore di un obolo ed è un modo molto discutibile per sostenere i più poveri contrastando con quanto previsto proprio dall'accordo del luglio 2007 che faceva chiarezza tra assistenza e previdenza. La carta acquisti ha creato aspettative e molta delusione tra i pensionati che pur essendo in grave difficoltà si sono scoperti troppo ricchi per avere diritto a questo beneficio. Anche il Bonus straordinario alle famiglie è una misura una tantum, non strutturale e insufficiente per sostenere i redditi dei pensionati«
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