28 agosto 2025
Aggiornato 02:00
Garanzia dell’indicazione d’origine in etichetta

«Nessun allarme diossina per i bovini»

La Cia ricorda che questo obbligo, scattato in seguito alla vicenda alle Bse, permette di sapere dove è nato ed è stato allevato l’animale e dove è avvenuta la macellazione

La provenienza della carne bovina è facilmente riconoscibile dall'obbligo dell’indicazione di provenienza in etichetta. Quindi, si è nella possibilità di riconoscere, da parte del consumatore, dove è nato ed è stato allevato l’animale e dove è avvenuta la macellazione. E’ quanto afferma la Cia-Confederazione italiana agricoltori in merito alle notizie provenienti dall’Irlanda secondo le quali, oltre ai maiali, anche alcune mandrie di bovini sarebbero stati contagiati da diossina.

Ogni allarmismo appare, dunque, fuori luogo. Le possibili partite di carne bovina contaminate importate in Italia sono -avverte la Cia- facilmente individuabili proprio grazie all’etichetta. Lo stesso possono fare i consumatori al momento dell’acquisto, visto che sugli scaffali dei supermercati e sui banchi delle macellerie è obbligatorio dichiarare il paese di provenienza dell’animale. E così il prodotto «made in Italy», sicuro e di qualità soprattutto per l’opera svolta dagli allevatori, si può subito riconoscere.

Nel sottolineare che ogni animale ha anche un suo codice d’identificazione, la Cia ricorda che tale obbligo nell’etichetta è scattato dal primo gennaio 2002, all’indomani della vicenda della Bse, che in Italia ha provocato al settore della carne bovina un danno economico superiore ai 2,5 miliardi di euro.