«Bene decreto flussi. Ora serve ok a stagionali»
E’ quanto afferma la Coldiretti nel commentare positivamente la firma da parte del presidente del Consiglio del decreto flussi 2008 che consente l’ingresso in Italia di 150.000 cittadini extracomunitari che entreranno in Italia per motivi di lavoro subordinato non stagionale
E’ positivo il via libera al decreto flussi 2008 che consentirà di rispondere alle richieste di lavoro a tempo indeterminato rimaste inevase lo scorso anno, ma ora ci attendiamo al più presto il via libera per i lavoratori stagionali che rappresentano la forma di collaborazione più diffusa in agricoltura.
E’ quanto afferma la Coldiretti nel commentare positivamente la firma da parte del presidente del Consiglio del decreto flussi 2008 che consente l’ingresso in Italia di 150.000 cittadini extracomunitari che entreranno in Italia per motivi di lavoro subordinato non stagionale. Con circa il 10 per cento di extracomunitari sul totale dei lavoratori agricoli è nelle campagne dove - sottolinea la Coldiretti - la presenza di immigrati evidenzia una incidenza tra le più elevate dei diversi settori economici. Sono 98.155 i rapporti di lavoro in agricoltura identificati come extracomunitari negli archivi INPS che appartengono a diverse nazionalità anche se a trasferirsi in Italia per lavorare in agricoltura - sostiene la Coldiretti - sono principalmente nell’ordine gli albanesi (15 per cento), i rumeni (12 per cento) e a sorpresa gli indiani (10 per cento) che trovano occupazione soprattutto negli allevamenti del nord per l’abilità e la cura che garantiscono alle mucche.
Sono molti i «distretti agricoli» dove i lavoratori immigrati sono diventati indispensabili come nel caso della raccolta delle fragole nel Veronese, delle mele in Trentino, della frutta in Emilia Romagna, dell'uva in Piemonte, del tabacco in Umbria e Toscana o del pomodoro in Puglia. Si tratta di un evidente dimostrazione che – continua la Coldiretti - gli immigrati occupati regolarmente in agricoltura contribuiscono in modo strutturale e determinante all’economia agricola del Paese e rappresentano una componente indispensabili per garantire i primati del Made in Italy alimentare nel mondo.
I dati evidenziano - conclude la Coldiretti - la determinazione della parte più sana ed economicamente attiva dell’imprenditoria agricola a perseguire percorsi di trasparenza e qualità del lavoro adempiendo puntualmente agli obblighi burocratici ed economici connessi ai rapporti di lavoro dipendente anche se permangono, purtroppo, inquietanti fenomeni malavitosi e di becero sfruttamento della manodopera, che gettano un’ombra pesante su un settore che ha invece scelto con decisione la strada della regolarità.
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