12 ottobre 2025
Aggiornato 08:00
Lettera aperta a Governo, Parlamento e parti sociali

Permesso di un anno per ricerca di occupazione, per chi perde il lavoro

Una proposta del Dipartimento Politiche Migratorie della UIL

La fase prolungata di recessione economica in Italia metterà a rischio i posti di lavoro, prima di tutto degli immigrati, anello debole, spesso privi di diritti del mercato del lavoro.
Inoltre, con una legge che lega il soggiorno al contratto di lavoro, gli stranieri rischiano di dover tornare nel Paese d’origine, o di ricadere in una condizione di irregolarità e lavoro nero.

L’Italia ha comunque investito sui migranti e loro hanno investito sull’Italia. Sarebbe illogico (e inumano) pensare di rimandarli a casa. Sarebbe una iattura anche per l’Italia che ha tanto bisogno di manodopera in alcuni settori che scarseggiano di una certa classe di lavoratori.

La UIL propone di portare da sei mesi ad un anno il permesso di soggiorno «per ricerca di occupazione». In questo modo si darebbe più tempo agli immigrati rimasti senza occupazione di trovare un nuovo lavoro. Ed inoltre si eliminerebbe una palese discriminazione di trattamento oggi esistente tra lavoratori italiani e stranieri in materia di indennità di occupazione. Quest’ultima è stata portata ad otto mesi e, in alcuni casi, fino ad un anno, ma non può essere goduta appieno dagli immigrati che dopo sei mesi di disoccupazione dovrebbero andarsene dall’Italia. Una palese discriminazione che contraddice il comma 3, art. 2 del Testo Unico, che prevede la parità di trattamento e piena uguaglianza del lavoratore straniero con quello italiano. Il tutto è anche in contrasto con le direttive europee in materia di discriminazione e la legislazione italiana.

La UIL considera «irrealizzabile e, per certi aspetti, inadeguata» la proposta di sospendere la Bossi-Fini lanciata dal segretario della Cgil Guglielmo Epifani, che presupporrebbe «il congelamento di una «situazione non omogenea», composta da 4 milioni di regolari ma anche da centinaia di migliaia di irregolari. Inoltre si congelerebbero così anche i flussi, «mettendo in seria difficoltà le imprese, specie nell’impossibilità di sanare la situazione degli irregolari».