3 maggio 2024
Aggiornato 18:00
Si è tenuto all’Università dei Sapori

Convegno di chiusura del progetto transnazionale ECFVET in Food

Quattro i paesi coinvolti: Italia, Austria, Germania e Bulgaria

Il progetto transnazionale Ecvet in Food, per la qualità nella formazione professionale degli operatori del settore, tocca il traguardo dopo due anni di intensa attività. Il 31 ottobre all’interno dell’Università dei Sapori di Perugia, si è tenuto l’incontro finale che ha sancito la fine delle attività e una contestuale presentazione dei risultati raggiunti. Sul tavolo dei relatori non sono mancati i rappresentanti dei diversi partner italiani e stranieri che hanno preso parte al progetto: Università dei Sapori, in qualità di soggetto promotore, Italia Forma, Regione dell’Umbria, Confcommercio dell’Umbria, nonché i membri di Austria, Germania e Bulgaria, i quali hanno esposto le esperienze condotte, a livello progettuale, negli stati di appartenenza. A rappresentare l’Italia e in particolare l’Università dei Sapori è stata Marilena Liccardo, coordinatrice del progetto.

Il progetto nasce con la finalità di rispondere alla recente raccomandazione comunitaria in materia di istruzione e formazione che mira a garantire la qualità nella formazione professionale e prevede l’istituzione, da parte degli stati membri della Comunità Europea, di un quadro unico delle qualifiche professionali. In altre parole si tratta di elaborare a livello comunitario, un codice di riferimento comune per il sistema formativo, in modo da mettere in relazione e confrontare i livelli dei titoli (qualifiche, diplomi, certificati) rilasciati ai lavoratori nei paesi membri.

L’Italia, l’Austria, la Germania e la Bulgaria si sono unite in partnership proprio per sviluppare, nel settore Food (cucina, sala, bar, pasticceria) un sistema che renda più trasparente le qualifiche e le competenze possedute dagli addetti che operano nel settore, dal facchino di cucina al gastronomy export, fino ad arrivare al food and beverage manager.

Appare chiara la rilevanza di un simile approccio: con questa riconoscibilità a livello europeo i cittadini dell’Unione posso spostarsi liberamente da un Paese all’altro, e quindi lavorare in contesti diversi, senza timore di poter perdere competitività o non vedersi riconosciute delle competenze e delle qualifiche acquisite in altri paesi.
È stato proprio durante il convegno conclusivo che si sono presentati le metodologie di lavoro sviluppate ed i risultati raggiunti nell’ambito del progetto. Tra i relatori, anche i rappresentanti del Centro italiano di Studi superiori sul Turismo di Assisi, i quali hanno portato la loro testimonianza per una progetto, chiamato «New Hospitaliy», molto simile a quello realizzato da Università dei Sapori. Ha concluso i lavori al termine della mattinata di incontro l’assessore regionale alle politiche attive del lavoro, Maria Prodi.