Il grano è calato del 40 % ma cornetto al bar aumenta
Coldiretti: «Ci sono le condizioni non solo per bloccare ma anche per ridurre i listini»
Con il prezzo del grano che è calato di oltre il 40 per cento rispetto all’inizio dell’anno è davvero paradossale che si arrivi a giustificare gli aumenti dei prezzi al bar rilevati dal Garante per la sorveglianza dei prezzi con l’andamento delle materie prime agricole. E’ quanto afferma la Coldiretti nel commentare le dichiarazioni della Fiepet secondo la quale i prezzi di determinati prodotti da bar «risentono principalmente del forte balzo nei mesi passati del prezzo del grano».
La realtà - sottolinea la Coldiretti - è che l’aumento dei prezzi di cornetto e capuccino al bar non hanno niente a che vedere con quelli del grano e del latte alla stalla che sono diminuiti rispettivamente a 20 centesimi al chilo e a 40 centesimi al litro, senza alcun beneficio per i consumatori e con gravi difficoltà per gli agricoltori. In questa situazione - sostiene la Coldiretti - non ci sono le condizioni ci sono solo le condizioni per bloccare i listini ma anche per ridurli.
Si tratta - denuncia la Coldiretti - di una evidente dimostrazione dell'esistenza di distorsioni nel passaggio dei prodotti dal campo alla tavola che occorre affrontare con la trasparenza. Per ogni euro speso dai consumatori in alimenti ben 60 centesimi - continua la Coldiretti - vanno alla distribuzione commerciale, 23 all'industria alimentare e solo 17 centesimi agli agricoltori che devono affrontare i costi crescenti delle materie prime e dell'energia.
Il danno generato da questa situazione per il mondo agricolo è quindi - precisa la Coldiretti - duplice perché da una parte si verifica un calo dei consumi che riduce le potenzialità produttive delle imprese e dall'altro non consente una adeguata remunerazione del prodotto agricolo che, in tanti casi, non copre i costi vivi di produzione, anch'essi peraltro in costante e non controllata crescita.
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