Scoperto dalla Guardia di Finanza di Trieste un vasto giro di false fatturazioni
Individuato un sistema di frode basato sull’emissione e sull’utilizzo di fatture false per un ammontare di oltre 7 milioni di euro
I finanzieri del Comando Provinciale di Trieste, nel corso di una serie di accertamenti fiscali condotti nei confronti di alcuni commercianti operanti nel settore dell’abbigliamento, hanno individuato un sistema di frode basato sull’emissione e sull’utilizzo di fatture false per un ammontare di oltre 7 milioni di euro.
Le Fiamme Gialle hanno appurato che i titolari di alcune imprese (le cosiddette «cartiere») dopo aver venduto ad altri operatori economici falsi documenti fiscali – ottenendo in cambio somme oscillanti tra il 3 ed il 10% del valore dichiarato in fattura - non ottemperavano ai conseguenti obblighi di versamento delle imposte. A trarre vantaggio dal sistema di frode erano le imprese utilizzatrici delle false fatture che usufruivano illecitamente delle detrazioni IVA ed abbattevano il proprio reddito mediante l’indicazione di costi mai sostenuti.
I finanzieri triestini hanno individuato tra i beneficiari dell’acclarato sistema di frode 61 imprenditori di etnia cinese, i quali hanno emulato imprese irregolari italiane emettendo a loro volta fatture per operazioni inesistenti, poi rivendute a propri connazionali dislocati in diverse province del territorio nazionale. Con tale espediente gli imprenditori cinesi hanno potuto vendere la propria merce (di provenienza cinese) a prezzi nettamente inferiori rispetto a quelli di mercato, alterando i meccanismi della libera concorrenza. Sono complessivamente 81 le persone denunciate all’Autorità Giudiziaria, di cui 3 in stato di arresto.
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