30 luglio 2025
Aggiornato 21:00
Pensionati CISL

Uda: «Chiudere subito su Alitalia e Confindustria»

«Il movimento sindacale deve sfuggire al rischio di rimanere impaniato su singoli dossier negoziali, anche importantissimi, e chiudere rapidamente vicende e vertenze»

Chiudere subito su Alitalia e Confindustria «Il movimento sindacale deve sfuggire al rischio di rimanere impaniato su singoli dossier negoziali, anche importantissimi, e chiudere rapidamente vicende e vertenze sulle quali sono stati ormai soppesati e acquisiti tutti gli elementi per decidere al meglio (o al meno peggio) possibile, nel solo interesse dei lavoratori rappresentati». Antonio Uda, leader dei pensionati Cisl, a Udine per l'insediamento del nuovo segretario della sua organizzazione nel Friuli-Venezia Giulia, Gianfranco Valenta - ha mandato una forte scossa alla Cgil, in esplicito riferimento ad Alitalia e al negoziato con Confindustria per la riforma della contrattazione.

«Dobbiamo chiudere urgentemente questi capitoli - egli ha detto - per concentrarci sulla ripresa della guida generale e complessiva di tutto il mondo del lavoro attivo e in pensione. Ciò per usare tutto il peso sociale che possiamo mettere in campo, per riequilibrare i grandi aggregati della ripartizione del reddito nazionale a favore dei ceti popolari, in una fase che può aggravare i divari che spaccano il paese e drenano ricchezza a favore dei poteri e delle classi più forti». Uda in questo senso non ha risparmiato critiche «al cortocircuito tra indecisionismo e ginnastica protestataria della Cgil. Un abbaglio - egli ha detto - che sta portando quella grande organizzazione a innaturali alleanze con sigle corporative come quelle di Aquila Selvaggia che sono state sempre il braccio armato di ambienti, anche politici oltre che padronali, che perseguono il disegno di disarticolare il sindacalismo confederale e minare la sua credibilità».

«Cgil - ha continuato il segretario dei pensionati Cisl - tutta presa a organizzare la dannosa, generica e intempestiva mobilitazione del 27 settembre, proclamata unilateralmente, e ad attardarsi nel vano inseguimento di frange irresponsabili e ultra-minoritarie, rischia di perdere non solo se stessa ma di bloccare la nostra parte sociale popolare in un momento decisivo come è quello della definizione della finanziaria e delle leggi di bilancio. Un passaggio che l'abilità dialettica del ministro Tremonti è riuscito a far passare come un dettaglio burocratico da sbrigare in nove minuti, occultando così il dato politico dell'allocazione macro-economica del reddito nazionale, sia sul versante delle scelte per lo sviluppo, sia su quello sociale». «Al contrario - ha concluso Uda - in una fase di smarrimento come è quella provocata dalla crisi finanziaria, un sindacalismo confederale degno della sua storia può aspirare a proporre non solo ai suoi rappresentati ma alla maggioranza del paese, la sua visione dell'interesse generale. La strada di un nuovo sviluppo anche dell'economia reale e della produzione, non sarà infatti praticabile finchè non sarà restituita alle grandi masse, a cominciare dai 17 milioni di pensionati, un giusto ed adeguato potere d'acquisto sul mercato dei beni e dei servizi«