29 marzo 2024
Aggiornato 09:00
«Ha vinto la burocrazia statal-giuridica, ma non intendiamo arrenderci»

Lavori pubblici: Giorgetti su bocciatura Legge Veneta

«Le leggi delle regioni speciali non violano forse la concorrenza?»

«Con questa sentenza, la Corte Costituzionale ha messo una pietra tombale su quell’embrione di riforma in senso federalista che fu il Titolo Quinto della Costituzione. Si torna quindi al passato, alle lunghe e tortuose procedure anche per piccoli interventi, che allungheranno i tempi di realizzazione e riproporranno il rischio che riprenda vigore il malcostume dei ‘cartelli’ tra imprese. Questa partita è persa, ma sto valutando altre azioni. Di sicuro non ci arrendiamo!».

Lo dice l’Assessore regionale ai Lavori Pubblici del Veneto, Massimo Giorgetti, commentando la notizia della bocciatura da parte della Corte Costituzionale della legge veneta sugli appalti pubblici, che «regionalizzava» le procedure di quelli con importi al di sotto della «soglia europea». «Secondo la Consulta – attacca Giorgetti – noi non tuteleremmo la concorrenza, ma allora mi si spieghi come mai non ci si preoccupa di tutela della concorrenza rispetto alle leggi delle Regioni a Statuto Speciale che privilegiano la territorialità delle imprese! Oggi come oggi il risultato è che loro potranno venire a lavorare liberamente da noi, ma noi non potremo fare altrettanto da loro. Se non è concorrenza sleale questa…!». Giorgetti annuncia che proporrà quindi alla Giunta veneta di «attivare un ricorso alla Corte Costituzionale per questo aspetto che riguarda le leggi di altre Regioni, non per puntiglio, ma per senso di giustizia nei confronti delle nostre imprese».

«Su questa questione non intendo arrendermi – prosegue Giorgetti – e in questo senso proporrò al Consiglio Veneto una legge nazionale di iniziativa regionale per portare in tutta Italia i contenuti innovativi di quella che la Consulta ci ha bocciato. Se non è possibile fare leggi regionali rispettose delle normative europee e considerate all’avanguardia da tutti gli operatori del settore come nel caso di quella del Veneto – aggiunge Giorgetti – allora ci muoveremo per portare quelle norme su tutto il territorio nazionale. E per questo investirò della questione anche i Parlamentari veneti». Giorgetti indica anche un «paradosso»: «Ci troviamo nella condizione – fa notare – per cui un Governo nazionale per accelerare le realizzazioni delle opere pubbliche si affida a leggi ‘scorciatoia’ quali sono di fatto le leggi obbiettivo, ma una Regione come il Veneto, per fare un marciapiede deve utilizzare le stesse procedure di quelle per il…Ponte di Messina!».

«La nostra legge – conclude Giorgetti – permetteva di accelerare e semplificare le procedure di affidamento e introduceva meccanismi di controllo a tutela della trasparenza dell’operato dell’Amministrazione e della qualità delle opere. Tutto inutile: la burocrazia statal-giuridica ha colpito una delle riforme più vere e concrete di questi anni nei quali di riforme si sono letteralmente riempite le bocche, ma solo quelle, di una miriade di esponenti politici».