«Aspettiamo solo che qualche emulo di Totò proponga di vendere la Fontana di Trevi»
RP | RP | Realacci (Pd): «La proposta di vendere le nostre spiagge è impresentabile e offende la dignità del Paese». De Petris e Uras (Sel): «Se la levata di scudi riuscirà a bloccare questo modo indegno di 'fare cassa' ben venga, ma noi non ci fidiamo»
ROMA - «La proposta di vendere le nostre spiagge è impresentabile e offende la dignità del Paese. Aspettiamo solo che qualche emulo di Totò proponga di vendere la Fontana di Trevi». Lo ha detto Ermete Realacci, presidente della commissione Ambiente Territorio e Lavori Pubblici della Camera, commentando la proposta di modifica alla manovra avanzata del Popolo della libertà (Pdl), che punta alla «sdemanializzazione» delle aree dove insistono gli stabilimenti balneari, con una vendita delle infrastrutture cedibili ed un allungamento delle concessioni sulle spiagge vere e proprie.
FASSINA, NON E' IN PROGRAMMA GOVERNO - Il viceministro dell'Economia Stefano Fassina, si è detto fortemente contrario alla vendita ai privati delle spiagge: «Bisogna fare molta attenzione per quanto riguarda l'alienazione del demanio marittimo, non è in linea con il programma del governo».
Il ricavato della vendita, ha spiegato il viceministro, «dovrebbe andare prevalentemente a riduzione del debito pubblico, e quindi non potrebbe essere usato per ridurre le tasse sulle imprese, sul lavoro, sulle case. Non mi pare - ha tagliato corto Fassina - che sia nell'interesse del Paese oggi alienare il patrimonio marittimo».
SEL, IDEA VECCHIA E SCIAGURATA - Contraria anche Sinistra ecologia e libertà (Sel): «Ci provano e riprovano in ogni occasione. L'idea sciagurata di vendere le spiagge per accontentare la lobby dei balneari, è davvero vecchia» hanno detto Loredana De Petris, presidente del gruppo Misto-Sel, e il senatore Luciano Uras, capogruppo di Sel in commissione Bilancio.
NON PERMETTEREMO SVENDITE - «Già nel 2005 - hanno ricordato - la coppia Berlusconi-Tremonti tentò di farlo, senza per fortuna riuscirci. E nel 2011 un'analoga operazione, che concedeva gli arenili ai bagnini per 90 anni, contenuta nel decreto sviluppo, venne poi bloccata dal Presidente della Repubblica e le concessioni vennero ridotte a 20 anni. Se la levata di scudi riuscirà a bloccare questo modo indegno di 'fare cassa' ben venga, ma noi non ci fidiamo. Per questo abbiamo presentato tra gli altri un emendamento alla legge di stabilità per consentire al Parco della Maddalena di esercitare il diritto di prelazione ed evitare la vendita ai privati dell'isola di Budelli. Non permetteremo al governo di svendere al peggior offerente il patrimonio paesaggistico, identitario-ambientale, ed economico di maggior pregio».
L'EMENDAMENTO PDL - Il Pdl, con un emendamento a prima firma del relatore Antonio D'Ali, ha presentato la proposta sulla vendita degli stabilimenti balneari. L'emendamento al ddl stabilità, depositato in commissione Bilancio del Senato, stabilisce che «le aree ricomprese nell'ambito del demanio marittimo oggetto di concessione per l'esercizio di attività con finalità turistiche-ricreative ed occupate da manufatti di qualsiasi genere connessi al suolo, ivi comprese le aree occupate da strutture e attrezzature alle medesime attività asservite, sono individuate con atto ricognitivo dirigenziale dall'Agenzia del Demanio ed escluse dal demanio marittimo, in quanto non più utilizzate per i pubblici usi del mare, con decreto del ministero delle infrastrutture e dei trasporti di concerto con quello dell'Economia». L'inclusione nel decreto «produce il passaggio dei beni al patrimonio disponibile».
L'occupazione e l'uso delle aree, a seguito dell'emanazione del decreto prosegue in una fase transitoria, in favore del titolare della concessione demaniale attuale fino alla piena nuova attribuzione delle aree delle concessioni in oggetto. Buona parte delle risorse derivanti dall'operazione di sdemanializzazione delle spiagge andrà a finanziare la riforma della tassazione immobiliare riscritta dal Pdl.