Pioppicoltura: grazie alla filiera Fvg raddoppieranno le superfici
Dopo il minimo storico del 2016 con 2.000 ettari, nel 2019 si raggiungerà quota 3.600 ettari,
OSOPPO - «Grazie alla forza espressa in questi anni dalla filiera del legno che ha riconosciuto l'unità di intenti tra i produttori della materia prima e gli utilizzatori, il Friuli Venezia Giulia ha imboccato la strada giusta per centrare l'obiettivo di raddoppiare le superfici dedicate alla pioppicoltura». Questo il concetto espresso dall'assessore regionale alle Risorse agroalimentari, forestali e ittiche, Stefano Zannier, intervenuto al Centro ricerche Fantoni di Osoppo nell'ambito del convegno 'Pioppicoltura italiana: situazione attuale e prospettive'.
«Le tematiche legate all'utilizzo delle masse legnose dimostrano che in Friuli Venezia Giulia la filiera funziona e che siamo stati in grado di rendere efficacie il motto secondo cui l'unione fa la forza in un settore strategico per la manifattura nazionale» ha affermato Zannier ricordando «l'impegno della Regione per la prossima programmazione, nel far convergere la programmazione del Piano di sviluppo rurale con le azioni contributive europee rivolte alle attività produttive. Solo in questo modo produzione della materia prima e sostegno all'imprenditorialità di filiera possono incontrarsi». Zannier ha quindi riconosciuto il lavoro svolto da tutti i soggetti del settore per raggiungere l'obiettivo comune dell'aumento delle superfici boscate ed in particolare della pioppicoltura anche in pianura. Entro il 2019 le superfici coltivate a pioppo supereranno i 3.600 ettari, con un incremento importantissimo raggiunto in soli tre anni, ovvero dal 2016 anno in cui si è toccato il minimo storico con 2.000 ettari (erano 4.750 nel 2005).
Un successo che si colloca nel solco dell'obiettivo fissato dall'accordo interregionale di Venezia del 2014, sottoscritto tra Friuli Venezia Giulia, Veneto, Lombardia, Piemonte, Emilia Romagna e una serie di stakeholder tra cui le associazioni di categoria, inclusa Federlegno-arredo e il Centro di Ricerca Foreste e legno di Casale Monferrato. L'Accordo fissava l'obiettivo del raddoppio delle superfici destinate a pioppicoltura, complessivamente da 50 a 100mila ettari, che in Friuli Venezia Giulia significa riportare la pioppicoltura ai livelli degli anni '80 con circa 7mila ettari complessivi. L'intesa si prefigge anche l'obiettivo di incentivare la coltivazione del pioppo tradizionale nelle aree golenali, di riconoscere gli aspetti ambientali della pioppicoltura per effetto dell'assorbimento dell'anidride carbonica e di stoccaggio della stessa nei prodotti derivanti dal legno di pioppo e di riconoscere pertanto i pioppeti come aree di interesse ecologico. La Regione ha contribuito alla sostenibilità della filiera imponendo l'obbligo di certificazione PEFC o FSC al fine dell'accesso ai fondi Ue del Programma di Sviluppo rurale, garantendo inoltre un'intensità di aiuto molto elevata che ha rappresentato un forte incentivo allo sviluppo della pioppicoltura. Per le stesse ragioni, considerata anche l'alta qualità del pioppo prodotto in regione, Paolo Fantoni ha lanciato la proposta di giungere ad una certificazione di qualità del pioppo friulano e ad un riconoscimento del suo contributo alla sostenibilità ambientale.
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