Contrabbandavano pellet: sequestrati beni per 3,5 milioni di euro
Operazione della Guardia di Finanza del comando provinciale di Udine con i funzionari della locale Agenzia delle Dogane e Monopoli
UDINE - Un imprenditore agli arresti domiciliari e due interdetti dall'esercizio delle imprese; undici persone denunciate e beni sequestrati per 3,5 milioni di euro. Sono trenta le aziende coinvolte. E' il bilancio di un'operazione condotta dalla Guardia di Finanza del comando provinciale di Udine con i funzionari della locale Agenzia delle Dogane e Monopoli che ha smantellato una organizzazione criminale ritenuta responsabile di una colossale frode all'Iva, attuata mediante il contrabbando di pellet contraffatto dall'Est Europa per la sottofatturazione.
L'ordinanza di custodia cautelare emessa dal tribunale di Udine è stata eseguita in questi giorni a carico di un imprenditore di Ivrea, considerato il 'dominus' del sodalizio. Secondo gli investigatori, il gruppo avrebbe sottratto alle casse dell'Erario attraverso la frode circa 11 milioni di euro in pochi anni.
Il meccanismo, architettato da cinque piemontesi, tra cui un commercialista, e dai due cittadini russi, prevedeva l’acquisto di pellet e, poi, con altre società, di metalli e automobili, da alcune società dell’est Europa e, prima ancora dell’importazione in Italia, la contestuale rivendita ad altre due ditte 'filtro', create ad arte per assolvere agli obblighi doganali e, subito dopo, scomparire assieme all’ingente debito d’imposta maturato.
La ricostruzione della filiera illecita, effettuata grazie a certosine indagini, sia tecniche che finanziarie, all’esame di numerosi apparati informatici ed a complessi riscontri internazionali ottenuti, in Austria, Slovacchia e Slovenia, dove il gruppo aveva costituito società fittizie con lo scopo di aumentare i passaggi della filiera commerciale, grazie all’attivazione dello strumento dell’Ordine di Indagine Europeo, ha permesso di individuare il profitto illecito del gruppo criminale e di contestare una serie di altri reati, commessi principalmente da due persone: un 65 enne e un 50 enne, titolati delle ditte 'filtro' dei quali, contraffacendone i documenti di identità, avevano usurpato le generalità.
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