Pioggia udinese per gli scozzesi Simple Minds
Serata sicuramente da ricordare nell'autunno - pardòn, estate - duemiladiciotto!
UDINE - Senza la pioggia gli scozzesi non rendono, è proprio così! Dev'esser questo il motivo che a quattro anni di distanza dal superlativo concerto di Lignano non cambia l'ambiente climatico in località castello di Udine. Pioggia, ma talmente tanta che quella proverbiale - scozzese - a confronto non è nulla! Battute a parte, è stato il diluvio universale a essere protagonista, martedì sera, nel capoluogo friulano.
Alle ventuno e trenta di un giorno di un mese che pare novembre (e lo si deduce dalla cerate e dagli ombrelli che affollano il parco del castello) sale sul palco una delle band che ha segnato con le sue hit l'irripetibile stagione degli anni '80! Un paio di ore a ripercorrere una carriera superlativa nei primi quindici anni di storia, poi scivolata in una certa mediocrità con alti e soprattutto bassi. I pezzi della new-wave, più crudi e di dirompente impatto sonoro: Waterfront a spaccare l'inizio, la nostalgica Somewhere sometime in summertime e una versione che gira sul reggae di Mandela Day, pezzo cult che segnerà idealmente la fine del decennio.
Nubifragio senza soluzione di continuità, atmosfera da reduci di un'era che non c'è più, che non tornerà mai. Giovanotti (dell'epoca) ballano e cantano a squarciagola il singolo Dont'you - Forget about me, il più grande successo commerciale dei Minds e regalo di un certo Bryan Ferry, non convinto di inserirla nel proprio disco. Casualità, circostanze che cambiano per sempre il destino di un gruppo e che lo consacra agli annali.
La band che si fa carico del tour Walk Between Worlds è decisamente di livello: Jim Kerr e Charlie Burchill lasciano a casa alcuni storici compagni di viaggio e imbarcano una squadra composta da giovani elementi di indiscutibile bella presenza e conoscenze musicali di tutto rispetto. Su tutti brilla la stella della pantera drumming Cherisse Osei, chioma folta e sorriso ammaliante che a tratti ruba la scena al frontmen. Soprattutto per quanto riguarda il pubblico maschile. Anche perché gli anni iniziano a farsi sentire e il leader della band, sebbene abbia ancora carisma da vendere a pacchi, non sembra più avere le capacità vocali di qualche tempo fa. I pezzi risultano suonati con il freno a mano tirato, nonostante la potenza della ritmica.
Il pubblico, bagnato fradicio, è prodigo di applausi alla fine. I SM contraccambiano per lo sforzo e l'abnegazione dei presenti - vivi & scalcianti. Serata sicuramente da ricordare nell'autunno - pardòn, estate - udinese duemiladiciotto!