2 maggio 2024
Aggiornato 01:30
Il 1° giugno

Casa Cavazzini inaugura la stagione estiva con ‘Inventarium’

Sarà presentato il libro che documenta il progetto ideato dall’artista Giovanni Gaggia in relazione alla strage di Ustica del 1980, in un incontro con il pubblico, moderato dalla giornalista Anna Dazzan, a cui interverranno anche Serena Ribaudo, storico dell’arte, e Daniele Capra, curatore d'arte contemporanea

UDINE - Giovedì primo giugno, alle 17.30, nella prestigiosa cornice di Casa Cavazzini, Giovanni Gaggia presenta il libro ‘Inventarium’, che documenta il progetto dell’artista correlato alla strage di Ustica del 1980, in un incontro con il pubblico, moderato dalla giornalista Anna Dazzan, a cui interverranno anche Serena Ribaudo, storico dell’arte, e Daniele Capra, curatore d'arte contemporanea. Inventarium, a cura di Serena Ribaudo - poesie di Davide Quadrio, è una meditazione sul senso di memoria viva in cui il dolore si affranca dalla contingenza della tragica fatalità e trasfigura nei sentimenti di vita, di resistenza, di resilienza.

La performance di Gaggia
Nello stesso clima di sospensione si è inserita la performance di Giovanni Gaggia, che ha iniziato il suo evento poietico e performativo a Palermo per completarlo simbolicamente a Bologna, città da cui è partito il volo della morte: nella Gallleriapiù (Oltredimore) è stata portata a termine l’incompiuta di Gaggia nel giorno del 35° anniversario della Strage. Diremmo quasi un’inversione di rotta, dove Palermo è divenuta il trampolino di lancio della speranza: invece di tragica destinazione di non-arrivo, la città siciliana è stata luogo di partenza per un’opera che ha visto il suo completamento nella galleria bolognese diretta da Veronica Veronesi. Il libro Inventarium si pregia di una raccolta di versi inediti di Davide Quadrio e si avvale inoltre di un testo dell’On. Daria Bonfietti, Presidente dell’Associazione Parenti delle Vittime della Strage di Ustica, da sempre vicina al progetto, e della commovente testimonianza di Fortuna Piricò vedova Davì.

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