20 aprile 2024
Aggiornato 09:00
Fino al 10 giugno

‘Urban Hugs’: abbracci per tutti nel cuore della città

È uno spazio per due, per staccare per pochi secondi le reti delle interazioni sociali, accompagnati dal violoncello di Piero Salvatori. Un recinto per abbracciarsi protetti dal traffico, ma non esclusi dalla vita urbana, grazie ai fusti dei boschi del Friuli

UDINE – Con un abbraccio urbano e propiziatorio si è aperta l’11 maggio la XIII edizione del festival vicino/lontano 2017: abbraccio d’autore, perché l’installazione ‘Urban Hugs’, visitabile e ‘testabile’ fino al 10 giugno nel cuore di Udine in piazzetta Lionello, porta la firma dell’archistar Stefano Boeri, ed è una declinazione, sempre in legno delle foreste Fvg, dell’altra opera di Boeri, ‘Radura’, che la Regione Friuli Venezia Giulia porterà al Salone del Libro di Torino. 


Una micro-architettura
È uno spazio per due, per staccare per pochi secondi le reti delle interazioni sociali, accompagnati dal violoncello di Piero Salvatori. Un recinto per abbracciarsi protetti dal traffico, ma non esclusi dalla vita urbana, grazie ai fusti dei boschi del Friuli. Una micro-architettura, realizzata totalmente in legno, che definisce il limite fisico dove potersi fermare e isolare dai ritmi della quotidianità. Urban Hugs è stata realizzata grazie alla collaborazione con le aziende della Filiera del Legno Fvg ed è composta da 95 cilindri di legno di abete di 5 metri di altezza, che costituiscono il perimetro di uno spazio allo stesso tempo permeabile e intimo. Le colonne sono ancorate al suolo grazie a una pedana in legno circolare, con un diametro esterno di 2 metri, e formano il confine entro il quale potersi ‘stringere’. In Urban Hugs l’arte ha incontrato nuovamente la professionalità degli artigiani del legno friulani, frutto di una collaborazione tra le aziende della Filiera del Legno FVG - DomusGaia, Legnolandia, De Infanti, Vidoni e Stolfo mobili - e l’archistar milanese Stefano Boeri che caratterizza anche il progetto di riedificazione in Centro Italia ‘Amate Amatrice’.