1 maggio 2024
Aggiornato 21:30
Il parere di Giuliana Ganzini

Tassa di soggiorno: lo scetticismo degli albergatori friulani

L’introduzione della tassa di soggiorno voluta dalla Regione divide e fa discutere. E’ piaciuta moltissimo, ad esempio, agli albergatori lignanesi; è stata gradita molto di meno da quelli del capoluogo friulano

UDINE - Per alcuni una gabella di stampo medievale o quanto meno una furba mancetta; per altri, un toccasana per operatori turistici e per gli enti locali. Insomma, l’introduzione della tassa di soggiorno voluta dalla Regione divide e fa discutere. E’ piaciuta moltissimo, ad esempio, agli albergatori lignanesi; è stata gradita molto di meno da quelli del capoluogo friulano che pure al momento non sono toccati dal provvedimento. «Scure sospesa – assicurano – perché prima o poi sarà applicata pure qui».

Lo scetticismo di molti albergatori
Di certo, è stata fortemente contrastata dalla maggioranza degli albergatori perché ritenuta, come detto, un’inutile gabella, che  costituisce per i più una complicazione nella operatività giornaliera. Senza contare, sostengono i critici, che l’introduzione di questa tassa presuppone nuovi costi di gestione sia per le imprese sia per gli enti territoriali chiamati a istituire figure preposte alle verifiche dell’avvenuta riscossione.
«Il tutto – dichiara Giuliana Ganzini, rappresentante degli albergatori udinesi - per importi di raccolta stimati per le diverse destinazioni che in un bilancio comunale vanno davvero a costituire bruscolini». Secondo le stime, infatti, Udine potrebbe raccogliere, in caso di immediata applicazione, 150 mila euro annue, cifra che di certo non rappresenterebbe un toccasana sul piano della realizzazione infrastrutturale.

Un altro ‘compitino’ per gli addetti ai lavori
«D’altra parte – insiste la Ganzini - i flussi turistici nel complesso non possono determinare moltiplicazioni da capogiro giacchè gli importi al minimo per singolo pernottamento sono differenziati in base all’attrattività delle destinazioni. E la regione Fvg è alla 17ma posizione come destinazione preferita dagli italiani. Meglio avremmo fatto a rimanere virtuosi e a non introdurla per rafforzare, invece, la competitività della nostra offerta turistica. Insomma, si è voluto scegliere la via breve e non quella di prospettiva»,
Fissare un obolo giornaliero più alto rispetto a quello previsto dalla norma introdotta dalla Regione – insistono i critici - sarebbe ancora  più controproducente perché significherebbe alzare anche le aspettative del cliente turista medio per il quale nel totale di una vacanza spende oltre i 2/3 del suo budget in servizi fuori dalla struttura ricettiva e quindi in una filiera di soggetti economici che non saranno appunto aggravati da alcun altro onere.
«Chiederemo ai colleghi ‘sfortunati’ - conclude la Ganzini - che si vedranno applicata la tassa, come intenderanno affrontare la gestione quotidiana di questa riscossione che impatta sull’attività quotidiana già gravata dei tanti compiti richiesti