18 aprile 2024
Aggiornato 22:00
Nei centri di Friuli e Veneto

Basso corso del Tagliamento: 40 milioni di euro per la messa in sicurezza

Il ministero dell'Ambiente, di concerto con l'Autorità di bacino e con le Regioni Friuli Venezia Giulia e Veneto, ha predisposto un programma di interventi immediatamente cantierabili

UDINE - Il ministero dell'Ambiente, di concerto con l'Autorità di bacino e con le Regioni Friuli Venezia Giulia e Veneto, ha predisposto un programma di interventi immediatamente cantierabili per il basso corso del Tagliamento, a salvaguardia dei centri abitati friulani e veneti dalle criticità idrauliche.
Per la sponda del Friuli Venezia Giulia, sulla base dei nuovi obiettivi di gestione del rischio alluvione e nell'ambito del Piano definitivamente approvato il 27 ottobre nel Consiglio dei Ministri, si è deciso di rimettere in campo importanti risorse finanziarie, oltre 40 milioni, già a disposizione della Regione e che la stessa intende utilizzare per mettere in sicurezza tutto il corso del Tagliamento. A queste andranno ad aggiungersi ulteriori fondi che il Ministero dell'Ambiente ha deciso di destinare al sistema Tagliamento in coerenza con una visione di bacino distrettuale per garantire l'invarianza idraulica sul territorio tutto, dunque intervenendo anche sulla sponda veneta.

«Questo pacchetto di opere pronte a partire sulle sponde del Tagliamento - spiega il ministro dell'Ambiente Gian Luca Galletti - è parte fondamentale dell'azione di prevenzione e di gestione del rischio, fatti di grandi e piccoli interventi, che stiamo mettendo in campo nel Nord-Est come in tutta l'Italia. La sicurezza idraulica è una grande priorità di questo governo, delle Regioni e dei livelli istituzionali impegnati con noi in questa sfida: oggi il Piano di gestione del rischio alluvioni approvato nell'ultimo Consiglio dei Ministri - aggiunge Galletti - ci fornisce gli strumenti tecnico-operativi necessari per rendere ancora più incisiva la nostra azione».
«La definizione degli interventi prioritari  su entrambe le sponde arginate - afferma Debora Serracchiani, presidente della Regione Friuli Venezia Giulia - consegue dai risultati di uno studio commissionato dalla Regione all'Autorità di bacino di Venezia, che ha indagato con modellazione idraulica avanzata il comportamento del medio e basso corso con vari scenari di portate di piena e ipotesi d'intervento, per ridurre il rischio per i centri abitati. Proprio sulla base di questo studio è emersa l'urgenza di attivare fin da subito gli interventi che riguardano il basso corso, perché prioritari ai fini della gestione del rischio con riferimento ai centri maggiormente urbanizzati. E' del tutto evidente - aggiunge Serracchiani - che ciò rappresenta il primo stralcio di ulteriori opere di messa in sicurezza che riguarderanno anche interventi sul medio corso».

Dal serrato confronto tecnico, partito dal quadro conoscitivo della pericolosità del bacino del Tagliamento messo a punto in questi anni dall'Autorità e recentemente aggiornato in chiave europea, è emersa come prioritaria l'azione su entrambe le sponde del fiume attraverso il finanziamento di misure strutturali che interverranno sui principali centri urbanizzati di Latisana e San Michele, così come di quelle non strutturali subito attivabili, che dovrebbero rappresentare un presidio per la popolazione sin dall'avvio dei lavori.
«Abbiamo fatto un importante passo in avanti per la sicurezza del territorio - spiega Francesco Baruffi, direttore tecnico dell'Autorità di Bacino dell'Alto Adriatico e coordinatore del Piano di gestione del rischio di alluvioni - nella coerenza con la pianificazione di bacino fino a oggi adottata».
L'intervento sul basso corso del Tagliamento rappresenta solo il primo 'step' di un programma più generale per la messa in sicurezza dell'intero bacino, che riguarderà anche interventi sul medio  corso, quali la traversa di Pinzano.