18 aprile 2024
Aggiornato 23:00
La lettera

L'appello all'accoglienza dell'arcivescovo Mazzocato

«A fronte dell’inasprirsi dell’emergenza è necessario rispondere efficacemente alle nuove richieste potenziando il già grande impegno della Diocesi». Chiesto alle parrocchie di fare la propria parte

UDINE - «A fronte dell’inasprirsi dell’emergenza è necessario rispondere efficacemente alle nuove richieste potenziando il già grande impegno della Diocesi». L’appello arriva dall’arcivescovo di Udine, Andrea Bruno Mazzocato ed è rivolto alle parrocchie friulane, affinchè, come già detto da Papa Francesco, aprano le loro porte alle famiglie di migranti.

Una lettera indirizzata a tutte le parrocchie
Mazzocato ha preso carta e penna e ha scritto una lettera a a tutti parroci della Diocesi e ai Superiori degli Ordini e Congregazioni religiose maschili e femminili, per sollecitare la loro disponibilità all’accoglienza dei richiedenti asilo.
«L’Esodo e la richiesta di asilo di tante persone e famiglie a causa delle condizioni di vita nei loro Paesi ci interpella come credenti per offrire un’ospitalità secondo lo stile del Vangelo e la tradizione della nostra Chiesa diocesana».  
Un impegno ulteriore, quello richiesto da Mazzocato, che si aggiunge a quanto già oggi sta facendo la Caritas. «La Diocesi – ha ricordato monsignor Mazzocato – attraverso la Caritas accoglie attualmente 290 richiedenti asilo, a cui si aggiunge il servizio della mensa di via Ronchi a Udine, ora potenziato con l’apertura serale. Questa distribuisce quotidianamente tra i 250 e i 300 pasti a pranzo e circa 150 a cena, sia a cittadini italiani in difficoltà economica sia a richiedenti asilo. Sono poi attivi il ‘Servizio Emergenza’ a Udine e la rete dei ‘Centri di Ascolto’ su tutto il territorio diocesano».

L’accoglienza va potenziata
Numeri più che significativi, ma, ha precisato l’arcivescovo, «a fronte dell’inasprirsi dell’emergenza si è deciso di potenziare l’accoglienza dei profughi per rispondere efficacemente alle nuove richieste». «Non si tratterà – continua la lettera – di un’accoglienza emergenziale di persone appena arrivate, ma di una seconda fase per persone e famiglie già identificate per le quali è predisposto un percorso legale già concordato».
Il primo passo da compiere sarà quello di effettuare un censimento degli spazi esistenti nelle strutture delle parrocchie, degli Ordini e delle congregazioni religiose. A coordinare questa rete, formata dalle disponibilità delle parrocchie e delle comunità religiose, sarà esclusivamente la Caritas diocesana.
«Ritengo – conclude l’arcivescovo – sia necessario dare una risposta rapida e generosa a questo mio appello per manifestare ancora una volta la partecipazione concreta della nostra Chiesa diocesana ai drammi dei popoli della terra».