18 aprile 2024
Aggiornato 19:30
Gradisca d'Isonzo

Cultura, per Gibelli la Rosa dell'Isonzo va sostenuta con orgoglio e passione

Una varietà di radicchio tardivo coltivata da 24 agricoltori, raggruppati dal 2016 in un consorzio

GRADISCA D'ISONZO - È un'avventura che merita di essere sostenuta con orgoglio e con passione quella inerente la valorizzazione della Rosa dell'Isonzo: una varietà di radicchio tardivo che si presta all'utilizzo nella cucina di pregio e rappresenta un'espressione della cultura di un territorio riunito attorno a un progetto volto a trasmettere il desiderio di crescere in collaborazione. Con queste parole, l'assessore Fvg alla Cultura, Tiziana Gibelli, ha portato il saluto dell'Amministrazione regionale alla presentazione del libro 'La rosa di Gorizia - Colori e sapori di una squisita storia del Friuli Venezia Giulia' svoltasi a Gradisca d'Isonzo, nel corso dell'evento organizzato con il sostegno della Regione per promuovere questa nuova coltivazione orticola locale realizzata in forma organizzata.

La Rosa dell'Isonzo è infatti coltivata da 24 agricoltori, raggruppati dal 2016 in un consorzio, che sono attivi sul territorio di 35 Comuni dell'Isontino e della Riviera Friulana, producono su una superficie di 13 ettari e realizzano 540 quintali di prodotto l'anno, per un valore complessivo di 600 mila euro. Gibelli ha evidenziato la lungimiranza con la quale gli agricoltori dell'area hanno saputo individuare un percorso che è destinato a rilanciare anche il territorio di produzione. «Si tratta di un'operazione culturale - ha specificato l'assessore - che investe la cultura del territorio perchè riesce a coniugare i saperi, la capacità di ricercare percorsi nuovi per le produzioni e le aziende e i sapori dell'area, mutuando esperienze alle quali si deve il successo delle eccellenze agroalimentari nella promozione del Friuli Venezia Giulia». Gibelli, si riferiva alla valorizzazione del Collio, raggiunta grazie alla lungimiranza di alcuni viticoltori che hanno scelto di perseguire l'eccellenza per distinguere le produzioni di un territorio ben definito e farne un biglietto da visita della propria realtà, oltre che un elemento remunerativo da proporre sui mercati nazionali ed esteri.

L'assessore regionale alla cultura, complimentatasi anche per l'impegno profuso dall'istituto professionale di agraria di Gradisca nella predisposizione di questo percorso, ha richiamato le origini della coltivazione dei radicchi nella zona, della quale si ha notizia dal 1873, auspicando che l'evento di promozione in corso sia il primo di una lunga serie destinata, è stato detto, a favorire la diffusione della cultura di un territorio che tramite eccellenze e qualità mira a farsi conoscere nel mondo. Il libro, realizzato da Adriano Del Fabro che ha moderato l'incontro , ripercorre il tracciato seguito dal progetto e presenta altresì alcuni esempi di impiego in cucina del radicchio chiamato Rosa dell'Isonzo con un marchio di prodotto che, a garanzia della qualità dello stesso e del percorso di realizzazione, è stato ideato e depositato dall'Istituto agrario professionale Brignoli di Gradisca d'Isonzo.