25 aprile 2024
Aggiornato 02:00
La precisazione

Serracchiani: «Fedriga non c’entra nulla con gli emendamenti al lavoro portuale»

Gli emendamenti al dl Dignità che garantiscono ai porti di poter assumere temporaneamente lavoratori per far fronte a picchi di lavoro sono stati presentati dai componenti del Pd alla Commissione Lavoro della Camera

TRIESTE - Gli emendamenti al dl Dignità che garantiscono ai porti di poter assumere temporaneamente lavoratori per far fronte a picchi di lavoro sono stati presentati dai componenti del Pd alla Commissione Lavoro della Camera. Lo ha reso noto la capogruppo in commissione, Debora Serracchìani, dopo che è stata diffusa la notizia che un intervento del presidente della Regione Friuli Venezia Giulia Massimiliano Fedriga avrebbe portato all’approvazione di un emendamento ad hoc per salvare il lavoro temporaneo in porto. In particolare l’emendamento all’art. 2.7 che permette che 'ai contratti sottoscritti in materia di fornitura di lavoro portuale, disciplinata dalla legge 28 gennaio n. 84» possano continuare «ad applicarsi le disposizioni vigenti anteriormente alla data di entrata in vigore del presente decreto', è stato sottoscritto dagli onorevoli Pagani, Paita, Serracchiani, Cantone, Gribaudo, Lacarra Lepri, Mura, Viscomi, Zan. Analogo emendamento modifica l’art. 2.8 dello stesso decreto.

Gli emendamenti sono stati depositati entro la scadenza fissata per la presentazione degli emendamenti, il cui termine era il 19 luglio, e si trovano nel fascicolo degli emendamenti segnalati. Non risultano depositati emendamenti del Governo riguardanti il lavoro portuale al testo in discussione e, nella giornata odierna, non è stato approvato, in materia di lavoro portuale, alcun emendamento in commissione.
Per questi due emendamenti è stato formulato dal Governo, rappresentato dal sottosegretario al Mef Massimo Garavaglia e dal Sottosegretario al Lavoro e alle Politiche sociali Claudio Cominardi, l’invito al ritiro con ripresentazione in aula.
«In aula ogni gruppo e ognuno dei deputati deciderà liberamente – ha indicato Serracchiani – se i porti italiani potranno lavorare di più e meglio e competere con l’Europa o se la nostra logistica e l’occupazione subiranno un colpo d’arresto. Si tratta di un passaggio che spero troverà larga condivisione e che lasci aperto un canale di miglioramento ulteriore come richiesto anche dai sindacati. La specificità del lavoro nei porti non può essere appiattita in norme dalle maglie molto larghe».