28 marzo 2024
Aggiornato 12:30
Andrà in missione in Ungheria

Giovane di Fogliano Redipuglia diventa sacerdote a Roma

Il 23 giugno a Roma saranno ordinati da mons. Angelo De Donatis cinque nuovi sacerdoti e due diaconi della Fraternità san Carlo. Tra i nuovi sacerdoti c’è don Michele Baggi, 34 anni, originario di Fogliano Redipuglia

FOGLIANO REDIPUGLIA Sabato 23 giugno, alle 15.30 nella basilica di San Giovanni in Laterano a Roma, mons. Angelo De Donatis, vicario generale di Sua Santità per la diocesi di Roma, che sarà creato cardinale da papa Francesco il prossimo 29 giugno, ordinerà cinque sacerdoti. Uno di loro è Michele Baggi, 34 anni, di Fogliano Redipuglia. Don Michele, una volta ordinato sacerdote, andrà in missione nella casa della Fraternità san Carlo a Budapest (Ungheria), dove ha trascorso il suo anno di diaconato. Approfondirà la conoscenza della lingua ungherese e lavorerà nella parrocchia Krisztus Kiraly.

GLI ALTRI SACERDOTI E DIACONI - Gli altri ordinandi sacerdoti sono: Antonio Acevedo, 30 anni, originario di Bogotá (Colombia), è destinato alla casa di Taipei (Taiwan); Emanuele Fadini, 33 anni, di Calcinate (Bergamo), andrà in missione a Broomfield, nei pressi di Denver (Stati Uniti); Luca Montini, 29 anni, di Lumezzane (Brescia), sarà in missione in Kenya, lavorerà nella parrocchia di St Joseph, nel quartiere di Kahawa Sukari; Patrick Valena, 29 anni, originario di Delebio (Sondrio), è destinato alla casa di Reggio Emilia, dove collaborerà con il vescovo mons. Massimo Camisasca. Nella stessa celebrazione saranno ordinati due diaconi: Marek Mikulastik, 36 anni, originario di Zlìn (Repubblica Ceca), trascorrerà il suo anno di diaconato presso la casa della Fraternità a Praga; Francesco Montini, 36 anni, di Rodengo Saiano (Brescia), dopo l’ordinazione diaconale andrà in missione a Fuenlabrada, nei pressi di Madrid (Spagna).

LA FRATERNITÀ SAN CARLO - La Fraternità san Carlo è stata fondata nel 1985 da mons. Massimo Camisasca – attuale vescovo di Reggio Emilia-Guastalla – su ispirazione di don Luigi Giussani, fondatore di Comunione e liberazione. Oggi è presente con 33 case in 17 Paesi del mondo. Ad oggi conta 134 preti, due diaconi e 30 seminaristi. Nel 2013 è stato eletto superiore generale don Paolo Sottopietra.

LA STORIA DI DON MICHELE BAGGI - Ricordo la prima volta, a sedici anni, in cui fra me e me pensai: «Però! La vita del prete non è poi così male…». Avevo conosciuto un sacerdote salesiano con cui era nata una bella amicizia. L’intuizione che avrei potuto essere felice in una esistenza come la sua mi fu suggerita dal vedere come lui vivesse gioiosamente e con passione la missione fra i giovani. Ma i tempi non erano ancora maturi. Più tardi, il Signore mi donò di innamorarmi di una ragazza assieme alla quale condivisi gli anni dell’università; e non ci pensai più. Ricordo però alcuni incontri con missionari che di tanto in tanto passavano in parrocchia, portando racconti e immagini dei paesi lontani nei quali vivevano. In me destavano curiosità e timore perché mi sentivo in qualche modo interpellato personalmente, come se mi dicessero: «E tu? Non vuoi venire?».

Alle soglie della decisione per il matrimonio, intuii che la vita come l’avevo fino ad allora immaginata d’improvviso non mi bastava più. Così forzai un punto a capo, interrompendo un racconto che sembrava avviato verso una direzione precisa. Non la sentivo più mia ma non sapevo ancora che cosa avrei iniziato a scrivere sulla nuova riga. Gli anni di dottorato furono il tempo in cui il Signore mi mostrò quale progetto aveva su di me. Dopo un anno di solitudine e preghiera, Lui riprese a scrivere la mia vita con caratteri nuovi e inaspettati e mi donò la grazia di tanti amici con cui condividere la vita e la fede: incontrai il movimento di Comunione e liberazione.

La bellezza e profondità delle nuove amicizie, l’incontro con il carisma di don Giussani che mi fece riscoprire la ragionevolezza della fede ricevuta in famiglia, il fascino di una proposta di vita unitaria e totalizzante il cui centro è la persona di Cristo mi affascinarono e mi accompagnarono infine all’incontro con alcuni sacerdoti della Fraternità san Carlo. Riemerse così l’intuizione che avevo avuto da ragazzo. In quei sacerdoti, che avevano lasciato la loro terra, gli amici, il lavoro per essere missionari, mi colpì soprattutto l’e­sperienza di pienezza che vivevano. Il vuoto lasciato dal sacrificio che il Signore aveva loro richiesto era stato riempito con quel centuplo sovrabbondante che Gesù ha promesso a quanti lo seguono. Iniziò così una vera lotta tra me e il Signore: quanto più Lui mi affascinava e mi attraeva a sé, come il mare attira l’occhio di chi si trova a riva, tanto più io mi ritraevo intimorito di fronte a un orizzonte troppo vasto, e mi aggrappavo al senso di sicurezza che viene dall’impressione di avere il pieno controllo, il potere di decisione sulla vita.

Sentivo che, se avessi preso il mare, il timone sarebbe stato nelle mani di un Altro. Ma il Signore mi aveva già preparato un aiuto: una carissima amica della comunità di Cl d’improvviso mi comunicò che entrava come novizia in una casa dei Memores Domini. La scoperta che in un cuore vicino al mio era avvenuta la medesima lotta, il vedere con quanta gioia e serenità questa persona aveva deciso di seguire Cristo, furono per me una provocazione e un aiuto a fidarmi di Lui. Oggi la Sua fantasia mi ha condotto a Budapest, dove ho ricevuto il dono di una casa con tre fratelli e nuovi amici assieme ai quali crescere nel riconoscimento della Sua presenza nella mia vita. Qui scopro che, nell’abbandono a Lui e alla sua volontà, sta la mia felicità.