23 aprile 2024
Aggiornato 11:00
L'intervento

Ussai (M5S) segnala alcune condotte illecite nelle sale slot di Trieste

Per il consigliere pentastellato non è più possibile che la legge regionale di contrasto al gioco d'azzardo resti ancora inapplicata nella maggioranza dei comuni del Friuli Venezia Giulia

TRIESTE - «Ho presentato alla Polizia locale una segnalazione riguardante la condotta illecita e sanzionabile tenuta da alcuni esercenti che gestiscono sale slot nel comune di Trieste. Non è più possibile che la legge regionale di contrasto al gioco d'azzardo che nel 2017 il Movimento 5 Stelle ha contribuito a migliorare, resti ancora inapplicata nella maggioranza dei comuni del Friuli Venezia Giulia». A renderlo noto è il consigliere regionale pentastellato Andrea Ussai, che aggiunge: «La dipendenza dal gioco d'azzardo è in costante aumento, anche in Friuli Venezia Giulia. I numeri che descrivono il fenomeno sono estremamente preoccupanti: nella nostra regione nel 2016 il volume medio di gioco pro capite è stato di 1.343 euro per un totale di quasi 1,5 miliardi, nonostante (o a causa) la crisi economica. Le stime parlano di circa il 3% di giocatori problematici e circa l'1.5% di giocatori patologici. Nel 2017 le persone che si sono rivolte ai servizi sanitari per affrontare il problema di gioco d'azzardo patologico attraverso un percorso terapeutico sono state 502».

I COMUNI FANNO ANCORA TROPPO POCO - La legge regionale emanata nel 2014 prevedeva interventi orientati alla prevenzione, al trattamento, al contrasto e alla promozione della consapevolezza dei rischi correlati alla dipendenza da gioco d'azzardo. «Legge che inizialmente non stanziava risorse - afferma Ussai - e che è stata del tutto inefficace perché non applicata. La successiva legge regionale 26/2017, promulgata su impulso del Movimento 5 Stelle, ha introdotto importanti novità per rendere più stringente la normativa. Tra le più importanti, sono stati aggiunti luoghi sensibili quali ad esempio banche e stazioni ferroviarie, si è previsto l'obbligo di adeguamento alla distanza dai luoghi sensibili anche per le attività già in corso, il divieto di pubblicità relativa all'apertura o all'esercizio di sale da gioco e sale scommesse, il divieto di oscurare le vetrine dei locali, incentivi a chi decide di disinstallare gli apparecchi per il gioco e lo stop ai contributi della Regione per gli esercizi che decidono di continuare a guadagnare dalle slot machine». Nonostante la lotta alla dipendenza sia improba, anche a causa dell'aumento del gioco on-line, l'applicazione di queste norme potrebbe davvero essere di vitale importanza per aiutare i cittadini entrati nella spirale del gioco. «I Comuni però stanno facendo davvero troppo poco per il contrasto al gioco d'azzardo - continua Ussai. Secondo una recente ricognizione effettuata dalla Direzione centrale salute, su 215 Comuni solo 38 hanno predisposto un elenco dei luoghi sensibili presenti sul proprio territorio e solo 13 hanno attuato una limitazione degli orari di apertura delle sale da gioco e del funzionamento delle apparecchiature. E' davvero sconsolante constatare che tra questi non ci sia il comune capoluogo, Trieste».

SERVONO MAGGIORI CONTROLLI - A quasi un anno dall'emanazione della legge, in tutta la regione ci sono stati pochissimi verbali di illeciti amministrativi e conseguenti sanzioni. «Per questo motivo negli scorsi giorni - spiega Ussai - abbiamo depositato nel Consiglio comunale di Trieste una mozione che impegna il sindaco a esercitare con maggior efficacia le funzioni di vigilanza e controllo, predisponendo inoltre l'elenco dei luoghi sensibili e stabilendo gli orari di apertura delle sale gioco sul suolo comunale». «Inoltre ho personalmente presentato alla Polizia locale una segnalazione riguardante la condotta illecita e sanzionabile tenuta da alcuni esercenti che continuano a oscurare le vetrine degli esercizi commerciali in cui sono istallati apparecchi per il gioco lecito. Non è più possibile - conclude il consigliere pentastellato - che la legge regionale di contrasto al gioco d'azzardo resti ancora inapplicata nella maggioranza dei comuni del Fvg».