25 aprile 2024
Aggiornato 05:30
30 novembre 2016

Trieste contro la pena di morte nella giornata mondiale “Città per la vita”

La Comunità di Sant’Egidio e l’attivista George Kain hanno presentato l’iniziativa in municipio il 29 novembre. Tra le varie iniziative, il “Ponte Curto” sarà acceso di rosso magenta in segno di solidarietà

TRIESTE - Era il 30 novembre del 1786 quando per la prima volta è stata abolita la pena capitale (era il Granducato di Toscana degli Asburgo-Lorena). Per questo il 30 novembre è diventata la ‘Giornata mondiale contro la Pena di Morte’, che coinvolgerà Trieste con una serie di iniziative, promosse dal Comune e dalla Comunità di Sant’Egidio. Il 29 novembre in municipio ne hanno parlato l'Assessore alle Pari Opportunità Serena Tonel,  Emanuela Pascucci della locale Comunità di Sant'Egidio e il il promotore dell’iniziativa a livello internazionale, lo statunitense George Kain.
La prima delle iniziative previste riguarda un gesto simbolico: il passaggio Joyce, meglio noto come Ponte Curto, sarà illuminato di rosso magenta per ricordare che Trieste si unisce idealmente all’appello internazionale contro la pena capitale.

George Kain sulla pena di morte
«Ho iniziato la mia carriera di commissario di polizia e professore universitario credendo nell’efficacia della pena di morte – ha dichiarato Kain, tornato a Trieste dopo 2 anni per delle conferenze nei licei triestini - ma approfondendo la materia ho capito che non è un deterrente per la criminalità: tutt’altro. In troppi stati americani, 31 su 50, uccidiamo ancora persone per insegnare loro a non uccidere: un paradosso che, al contrario di quanto si crede, è più dispendioso della detenzione».
Eppure, testimonia l’attivista, stiamo assistendo a un’inversione di rotta: «Tre anni fa è stato indetto un referendum per abolire la pena di morte in California, e gli abolizionisti hanno perso per soli 2 punti, quindi è evidente che gli americani stanno cambiando idea. Il sistema della pena capitale è stato poi riformato di conseguenza, ma questa riforma è costata milioni e milioni di dollari».
«Il referendum ha avuto luogo anche in Oklahoma – continua Kain - e anche qui si è registrato un alto numero di abolizionisti. Il governatore in carica ha quindi approvato un emendamento costituzionale, e ora per vincere un referendum simile non basta la maggioranza, occorrono addirittura i due terzi dei votanti. È evidente che chi vuole mantenere questa istituzione ha paura di noi, e siamo sempre più numerosi».

La Comunità di Sant’Egidio
La Comunità si distingue nella stessa battaglia di Kain a livello nazionale. «La Comunità è attiva da 30 anni su questo tema – dichiara Emanuela Pascucci - ma vorrei ricordare uno dei momenti più toccanti della nostra battaglia: quando abbiamo letto pubblicamente la lettera di Dominic Green, che chiedeva aiuto prima di entrare nel braccio della morte ed è stato giustiziato con un’iniezione letale nel 2004 senza prove certe di colpevolezza e prima che fossero presentate quelle che potevano scagionarlo».
Dal 2002 la Comunità promuove l’iniziativa ‘Cities for life - Città per la Vita– Città contro la Pena di Morte’, la più grande mobilitazione abolizionista a livello mondiale, che comprende circa 2000 città, di cui più di 70 capitali e grandi città in 97 Paesi, dove si sono realizzati eventi di valorizzazione di monumenti o piazze-simbolo o interventi di sensibilizzazione della cittadinanza.
«Sono 140 i Paesi abolizionisti a vari livelli – ricorda Pascucci - sono però ancora 58 quelli che tuttora mantengono la pena capitale, pur con un calo delle esecuzioni. Per questo la battaglia deve continuare».