Partecipa alla manifestazione di CasaPound, bufera sull'assessore Romano
L'opposizione all'attacco, Romoli prende le distanze: «Non condivido, ma non è in discussione». La componente della giunta: «Partecipazione a titolo personale»
GORIZIA - E' polemica per la partecipazione dell'assessore comunale al Welfare Silvana Romano all'atto conclusivo del corteo di CasaPound, che si è svolto ieri a Gorizia. C'è chi, come le forze dell'opposizione, chiede a gran voce le dimissioni dell'esponente della giunta comunale. Il sindaco, che pure non ha gradito la presenza della Romano al Parco della Rimembranza, smorza però i toni.
Romano: «Ero lì a titolo personale»
«La mia non è stata una partecipazione premeditata - si difende Romano -. I manifestanti di CasaPound hanno raccolto una somma per un ragazzo affetto da una malattia grave e volevano consegnarmela: ho chiesto di posticipare questo momento e gli organizzatori mi hanno invitata a salire sul palco. Ho agito da singola persona, non ho offeso nessuno, né giustificato nulla: piuttosto, ho condiviso la commemorazione ordinata alle vittime della Grande Guerra». Secondo Romano, «una certa politica ha fatto per settimane terrorismo psicologico, spaventando negozianti e cittadini: alla fine, come prevedibile, tutto è filato liscio, anche grazie a chi ha sfilato civilmente». Romano, peraltro, non nasconde gli ottimi rapporti con Adriano Segatori, leader regionale di Sovranità, il movimento di destra al quale strizzano l'occhio Lega Nord e la stessa CasaPound.
Romoli: «Una leggerezza»
«L’assessore ha partecipato alla manifestazione per un’idea sua, a titolo personale. E’ un’azione che non condivido e che non ho autorizzato - commenta Romoli -. Le dimissioni? Romano è un ottimo assessore, l’ha dimostrato in otto anni di amministrazione: non le chiederò un passo indietro per quella che va considerata quel che è, ossia una leggerezza». Imbarazzo e prese di distanza anche all’interno della stessa maggioranza.
Cingolani: «E' posizione dell'intera giunta?»
Il capogruppo di Federazione della Sinistra in Consiglio comunale, Emanuele Traini, ancora a margine della manifestazione aveva annunciato di voler presentare un’interrogazione urgente al sindaco per chiedere conto del comportamento della Romano, richiedendone le dimissioni. Il Pd, con il capogruppo Giuseppe Cingolani, ha addirittura alzato il tiro: «Il sindaco ci dica se il gesto dell'assessore esprime la posizione dell'intera giunta: assistiamo a una deriva dell'amministrazione comunale verso posizioni della destra estrema? Sarebbe umiliante per Gorizia, e in questo caso tutta la giunta dovrebbe dimettersi». Duro anche il segretario provinciale dem, Marco Rossi: «E’ un fatto di una gravità sconcertante, oltraggioso verso i cittadini, verso la storia della città, verso i commercianti che hanno chiuso le serrande preoccupanti». Dura anche Ilaria Cecot, coordinatore del circolo di Sel, che ha definito la presenza della Romano «inaccettabile, offensiva e anticostituzionale». «Con il gesto dell’assessore, giunta e sindaco legittimano e istituzionalizzano la sgradita presenza di CasaPound, dimostrando pubblicamente di aver favorito e condiviso la sconcertante esaltazione del fascismo di cui la città è stata vittima sabato».