28 marzo 2024
Aggiornato 12:30

Le installazioni scultoree di Matteo Negri da Lorenzelli Arte

La galleria milanese guarda anche ad artisti più giovani

Milano - Colori scultorei e superfici ambigue che dialogano con lo spazio. La galleria milanese Lorenzelli Arte, che ci ha abituato a ospitare grandi maestri del Novecento, da Piero Dorazio a Lee Ufan, apre a un artista 30enne, il milanese Matteo Negri, che occupa le due grandi sale della galleria con altrettanti momenti installativi. Il primo presenta 12 Kamigami, superfici tonde di diversi colori e dimensioni che muovono lo spazio. Il secondo, su una superficie di sale, presenta cinque elementi scultorei che lo stesso artista ci introduce così:

"I Piano Piano sono composti da due materiali, che sono ferro e vetro temperato. Su questo vetro lavoro con una pellicola particolare che sviluppa una serie di riflessioni differenti in base al punto di osservazione, quindi cambiano il proprio colore in base all'iride e alla luce naturale o artificiale che si riflette".

Ad affascinare è l'intreccio di sguardi e punti di osservazione che le opere attivano, mostrando come i lavori più interessanti siano quelli che generano relazioni, su più livelli.

"È l'opera che si riflette su se stessa - ha aggiunto Matteo Negri - una sorta di caleidoscopio aperto allo spazio e proprio perché aperto riflette tutto lo spazio intorno, quindi la generazione di rapporti e sinergie visive è continua".

Una somma di suggestioni che si vestono più decisamente di contemporaneo e che in qualche modo tracciano un primo ritratto di Massimiliano Lorenzelli, il più giovane rappresentante della famiglia di galleristi.

"Penso che ogni generazione nella galleria - ci ha detto - debba dare il suo, perché secondo me non esiste la galleria, ma esiste il gallerista, quindi come mio nonno ha dato il suo e mio padre ha portato i suoi artisti, credo che ogni gallerista debba dare il suo imprinting personale, quello che vive e che sente di più e che riesce a promuovere nel miglior modo".