24 aprile 2024
Aggiornato 19:30
Figli d'arte?

Aurora Ramazzotti: «Sono privilegiata, ma non dite che sono brutta»

La figlia di Eros e Michelle Hunziker da qualche settimana è alla conduzione di X Factor Daily. A chi le dà delle raccomandata non nega il consenso ma non dubita delle sue capacità, piuttosto del suo aspetto fisico

ROMA – Polemiche per la la conduzione di X Factor Daily di Aurora Ramazzotti. Tre settimane dopo l'inizio della striscia quotidiana in onda su Sky Uno, la figlia di Eros e Michelle Hunziker ha deciso di dire la sua e ha rilasciato un'intervista a «Vanity Fair».

Una privilegiata
«Sono una privilegiata. So benissimo di avere avuto una possibilità che, senza il mio cognome, non mi sarebbe arrivata, o comunque non con questa facilità. Credo davvero nelle mie capacità, ma sicuramente là fuori c’è qualcuno molto più bravo di me che questa possibilità non l’ha avuta perché è figlio di gente comune». Aveva pensato di farsi notare già lo scorso anno iscrivendosi a X Factor, ma dopo i moniti del padre ci ha ripensato. Poi sono arrivate le polemiche sull daily di X Factor, che sotto la sua conduzione ha finora totalizzato una media spettatori del 25% più alta rispetto alla precedente edizione.

Soffrire per il proprio aspetto
Aurora non si è lascia sopraffare dai dubbi sulle sue capacità, e confessa di patire maggiormente le critiche sull'aspetto fisico: «Non sono bionda, non ho gli occhi azzurri, non sono magra, alta, bella. Oggi mi dicono: Hai una bellezza particolare, che splendidi occhi a mandorla. Ma, quando ero piccola, la bellezza particolare non se la cagava nessuno. Mi dicevano: Cinese, Cicciona». Ancor più dolorosi i paragoni con la madre Michelle: «Se in più, come è successo a me, vai su Internet e trovi le foto in costume di te e tua mamma paragonate nel fisico, ti senti piuttosto male. Ho avuto crisi isteriche: mi vedevo brutta, mi rifiutavo di uscire di casa. A nulla serviva che mia madre mi facesse mille complimenti - aggiunge Aurora - la sicurezza doveva venire da dentro di me. Mi rendo conto di essere stata, per lei, una figlia particolarmente difficile da crescere».