29 marzo 2024
Aggiornato 16:30
Il sindaco censura il corpo femminile nei cartelloni pubblicitari

Marino, niente sesso siamo romani

L'Unione donne in Italia festeggia la vittoria della sua battaglia contro i manifesti sessisti: «Il primo cittadino, come la Boldrini, è in sintonia con noi – riconosce la responsabile del gruppo Città libere, Carla Cantatore, al DiariodelWeb.it – Troppe le pubblicità offensive»

ROMA – L'annuncio del sindaco Ignazio Marino non lascia spazio a dubbi: «Sarà proibito d’ora in poi nel Comune di Roma, nella capitale d’Italia, utilizzare il corpo della donna nelle affissioni pubblicitarie associandolo all’idea di oggetto o di commercio». Stop, dunque, alle immagini sessiste sui cartelloni: quella del primo cittadino non è solo una dichiarazione di guerra, ma una precisa delibera contenuta nell'ultimo piano regolatore degli impianti pubblicitari, che risale all'estate scorsa. «Gli spazi – racconta Marino – potranno essere venduti a chi li acquisterà soltanto rispettando i principi che abbiamo indicato. Abbiamo voluto che non ci fossero messaggi sessisti o di violenza in riferimento al corpo della donna. E lo stiamo già mettendo in pratica con le nuove gare di vendita di spazi pubblicitari del Comune».

LA GIUNTA DICHIARA GUERRA ALLA DONNA-OGGETTO – Per rilanciare questa battaglia, Marino ha scelto un'occasione non casuale: la consegna del Premio immagini amiche all'Ara Pacis. E non solo perché alla cerimonia era presente la presidente della Camera Laura Boldrini, notoriamente in prima linea su questo tema. Ma soprattutto perché ad aver promosso il premio è stata l'Unione donne in Italia, che per prima lanciò la campagna Città libere nell'ormai lontano 2009, nata proprio per combattere le pubblicità che offendono le donne. «Marino lo ha annunciato pubblicamente ieri, ma lo sta già facendo e lo ha già fatto – spiega Carla Cantatore, di Udi Monteverde e responsabile nazionale del gruppo Città libere, al DiariodelWeb.it – Quella del sindaco e dell'assessora alle Pari opportunità Alessandra Cattoi è un'intenzione ben precisa, che ci venne comunicata appena insediata la Giunta. E questo articolo dell'ultima delibera sulla cartellonistica riprende una precedente norma del 2010 che nacque proprio grazie alla nostra pressione».

CANTATORE: «NIENTE CENSURA, SOLO RISPETTO» – La battaglia ai poster sessisti, sottolinea Cantatore, non ha nulla a che fare con la censura: «Se una donna nuda su un manifesto ha ragione di esserci va benissimo – ribadisce – Ma se mi dici che il succo di frutta è buono perché c'è vicino il sedere di una ragazza, allora ti rispondo di no. Questo è il caso di una pubblicità che il Comune di Milano, anch'esso molto attento, fece togliere dagli autobus su nostra segnalazione». Ma gli esempi, purtroppo, sono innumerevoli: «Cominciammo ufficialmente nel 2000 a Napoli contro i manifesti di Radio Kiss Kiss. Più recentemente abbiamo fatto ritirare una pubblicità di Pittarosso prima che venisse diffusa a piene mani. Per non parlare del Comune di Viareggio che fece sfilare delle donne nude sul lungomare: mettemmo a ferro e fuoco la Giunta, che stava per cadere proprio per questo motivo». Sono già 150 i Comuni che, invitati dall'Udi, hanno aderito alla campagna Città libere: i casi più recenti sono quelli di Cerveteri e del suo circondario. «Grazie anche alla spinta della presidente Boldrini, che è in grande sintonia con noi: ce lo aveva nel dna e ci siamo incontrate bene», conferma Cantatore. Era ora che anche Roma facesse la sua parte.