Capa, Cartier-Bresson e gli altri grandi della Magnum, da cui tutto ha avuto inizio
Fino all'8 febbraio al nuovo Museo del Violino di Cremona 120 scatti che ripercorrono la nascita della più grande agenzia fotogiornalistica al mondo, che ha fatto - e continua a fare - scuola. Anche in un mondo dell'informazione che è tutta un'altra storia
CREMONA - È l'agenzia fotografica per eccellenza, quella da cui tutto è nato. I suoi fotografi hanno fatto la storia del reportage in bianco e nero, e hanno lasciato un segno indelebile nella Storia, quella con la esse maiuscola, raccontandola, documentandola, interrogandola e frazionandola in un numero infinito di fotogrammi che ci restituiscono, oggi, pagine indimenticabili del nostro vissuto, in Europa e nel mondo. La bellissima mostra «La nascita di MAGNUM. Robert Capa, Henri Cartier-Bresson, George Rodger, David Seymour» allestita al nuovo Museo del Violino di Cremona (fino all’8 febbraio) esplora la nascita della Magnum e lo fa attraverso le immagini di coloro che di quella nuova, grande avventura furono i primi protagonisti.
LE ORIGINI - Il 22 maggio del 1947 viene iscritta al registro delle attività americane la «Magnum Photos Inc», nome che prendeva spunto dalla celebre bottiglia di champagne. A firmare erano Robert Capa, Henri Cartier-Bresson, George Rodger, David Seymour e William Vandivert. Nasceva così una realtà che era concretizzazione di una lunga riflessione avviata dallo stesso Capa durante la guerra civile spagnola e che, negli anni, era stata estesa anche ai fotografi che frequentava. Un progetto che si fondava sulla tutela del lavoro del fotografo e sul rispetto degli associati diritti fotografici. Attraverso la formula della cooperativa, i fotografi diventavano proprietari del loro lavoro, prendevano decisioni collettivamente, proponevano autonomamente alle testate i propri lavori per non rimanere assoggettati alle esigenze editoriali delle riviste, e rimanevano proprietari dei negativi, garantendo così un pieno controllo sulla diffusione delle immagini. Un controllo che si estendeva anche ad una minuziosa supervisione dei testi delle didascalie e al perentorio divieto di manipolare le immagini. Con questi presupposti, e con la qualità del lavoro dei suoi soci, Magnum diventa ben presto il pilastro indiscusso del mondo del fotogiornalismo. Fin dai suoi esordi viene prevista, per ogni fotografo, una suddivisione geografica dove operare: Cartier-Bresson in Oriente, Seymour in Europa, Vandivert in America, Rodger in Medio Oriente e Capa in Africa.
IL CORPUS DI FOTO - Gli esordi di questa straordinaria avventura vengono raccontati in mostra da un corpus di circa 120 scatti che rappresentano una vera eccezionalità: per la prima volta infatti i primi reportage dei fondatori di Magnum vengono raccolti assieme permettendo di costruire uno straordinario spaccato sull’avvio di questa agenzia. E di riflettere, oggi, sul ruolo del fotogiornalismo nel mondo dell’informazione.
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