5 settembre 2025
Aggiornato 11:00
Mostra

Matisse il genio, a Ferrara l'alchimista del colore

Fino al 15 giugno Palazzo Diamanti ospita una bellissima mostra dedicata al maestro che rivoluzionò tutti i generi, tra ossessione per la figura femminile e uso sapiente del colore

FERRARA - «Quel che più mi interessa non è né la natura morta, né il paesaggio, ma la figura. La figura mi permette ben più degli altri temi di esprimere il sentimento, diciamo religioso, che ho della vita». Matisse ha cambiato il corso dell’arte del Novecento, imprimendo la sua visione nuova ad ogni genere artistico. Nessuno di questi, però, l’ha affascinato quanto la rappresentazione della figura, soprattutto femminile, al punto da impegnarlo per l’intero arco della sua carriera in una ricerca incessante attraverso tutte le tecniche. È questo il tema attorno cui ruota la mostra «Matisse, la figura. La forza della linea, l'emozione del colore» che il Palazzo dei Diamanti di Ferrara ospita fino al 15 giugno.

ALCHIMISTA DEL COLORE - Alchimista del colore, un talento grafico e scultoreo straordinario, Matisse viene celebrato attraverso una selezione di opere provenienti da musei e collezioni private di ogni parte del mondo. Appena entrati veniamo accolti dal magnetico «Autoritratto» assieme a giovanili e potenti prove di studio sul modello. La gioiosa vitalità della stagione fauve viene rievocata da un dipinto raggiante di colori puri, il «Ritratto di André Derain», e dalle creazioni nate sotto la suggestione della pittura di Cézanne e della scultura africana, come il fondamentale bronzo «Nudo disteso» e la tela «Nudo in piedi», entrambi sorprendenti per la scansione delle forme e il potenziale espressivo. In mostra troviamo anche tre pietre miliari: il bronzo «La serpentina», la tela «Nudo con sciarpa bianca» e la «Bagnante», opere che costituiscono uno dei più alti raggiungimenti matissiani, nell’arabesco fluttuante dei corpi capace di trasmettere un senso di primordiale fusione con l’ambiente.

L'OSSESSIONE PER LA FIGURA FEMMINILE - A nutrire l’immaginario dell’artista è soprattutto la presenza di una modella nel suo atelier, l’emozione che questa risveglia in lui e il piacere stesso di ritrarla. Negli anni della Prima guerra mondiale la figura femminile è al centro di un lavoro quasi ossessivo con cui Matisse cerca di metterne a nudo l’essenza. Una svolta radicale è segnata dalle opere del dopoguerra, che riflettono l’incantesimo della Costa Azzurra e la riscoperta di Ingres e Renoir. Matisse si lascia ora sedurre dai riflessi di luce sulla figura della modella e sugli arredi esotici di cui la circonda, come mostrano il «Grande nudo seduto» e l’«Odalisca con i pantaloni grigi».

VITALITÀ E ARMONIA - Chiudono la mostra le testimonianze della stupefacente vitalità e dell’inesauribile forza d’immaginazione dell'artista: gli interni d’atelier pulsanti di toni vivi, alcune opere rivoluzionarie come il celebre libro «Jazz» e la serie degli «Acrobati», creazioni che incarnano l’essenza dell’arte di Matisse, capace con pochi segni di toccare le corde più profonde dell’animo e di infondere un senso di perfetta armonia, esercitando una straordinaria influenza sugli artisti del suo tempo e delle generazioni a venire.