20 aprile 2024
Aggiornato 02:00
TV | RAI 5

Torna il giornalino di Gian Burrasca

Lo storico sceneggiato per ragazzi con Rita Pavone. Il primo appuntamento è con «Giannino comincia a far guai» seguito da «La girandola sul frac»: si comincia con le prime pagine del diario per proseguire con gli scherzi di Giamburrasca alle sorelle

ROMA - C'era una volta un giornalino: era un regalo di compleanno, un diario al quale raccontare avventure e disavventure, speranze e disillusioni. Un giornalino che c'è ancora e del quale un'inconfondibile Rita Pavone diventa volto e voce in «Il Giornalino di Gian Burrasca», lo storico sceneggiato - tratto dall'omonimo libro di Vamba e diretto da Lina Wertmuller - che Rai5 ripropone il sabato alle 21.10 a partire dal 15 dicembre, quarantotto anni dopo la «prima», il 19 dicembre 1964.

Ogni settimana due episodi, nei quali prendono vita gli scherzi innocenti, ma a volte drammatici di Gian Burrasca/Rita Pavone, le fughe, i rapporti difficili tra genitori e figli in una famiglia della borghesia toscana ai primi del Novecento, la voglia di libertà e di ribellione verso il mondo degli adulti, spesso segnato dall'ipocrisia.

Il primo appuntamento è con «Giannino comincia a far guai» seguito da «La girandola sul frac»: si comincia con le prime pagine del diario per proseguire con gli scherzi di Giamburrasca alle sorelle, passando per una movimentata fuga in campagna dalla zia Bettina, fino allo «scoppiettante» matrimonio della sorella Luisa con il dottor Collalto.

Una produzione tutta Rai alla quale prendono parte attori indimenticabili: oltre a Rita Pavone, Ivo Garrani (il padre), Valeria Valeri (la madre), Milena Vukotic, Pierpaola Bucchi e Alida Cappellini (le sorelle), Arnoldo Foà (l'avvocato Maralli), Paolo Ferrari (il dottor Collalto), Bice Valori e Sergio Tofano (Gertrude e Stanislao, i direttori del collegio). La regia è di Lina Wertmuller, mentre le musiche sono firmate da Nino Rota e dirette da Luis Bacalov.

«Non si tratta di una semplice replica - dice il direttore di Rai5, Massimo Ferrario - perché la nostra scelta è quella di produrre, anche in estate, programmi nuovi. Ma ci sono casi in cui replicare un programma significa riportare alla luce un patrimonio collettivo e culturale da non dimenticare, anche oggi, anche per chi allora non c'era. E' successo con il Nero Wolfe di Tino Buazzelli e con il Maigret di Gino Cervi: il Gian Burrasca con Rita Pavone e altri grandi attori non poteva mancare, anche perché è, insieme, divertentissimo e istruttivo. Per me sarà un tuffo nella memoria, e sono convinto che sarà così anche per i nostri telespettatori. O, per i più giovani, una scoperta inattesa».