19 aprile 2024
Aggiornato 06:00
Cinema italiano

Virzì, la grazia semplice di «Tutti i santi giorni»

Il regista: «Volevo esplorare qualcosa di nuovo e ritrovare la purezza come se fosse l'opera prima. Vediamo se la semplicità che sussurra funziona bene lo stesso». La risposta si scoprirà in sala a partire da giovedì 11 ottobre

MILANO - Guai a dire che si tratta di una pellicola sulla fecondazione assistita: «Tutti i santi giorni - chiarisce il regista Paolo Virzì - ha una poesia più intima che tematica. E' un film su due persone eccentriche ma comuni che si sono salvate a vicenda».
I due personaggi in questione sono Guido e Antonia: lui è un secchione con problemi di socialità e lei un'irrequieta rocker, interpretati da Luca Marinelli (il «Mattia» di «La solitudine dei numeri primi») e Thony, al secolo Federica Victoria Caiozzo. Leggendo il libro di Simone Lenzi «La generazione», da cui il film prende spunto, Paolo Virzì confessa di essere subito rimasto colpito dal personaggio «desueto» di Guido. «Mi ha commosso il maschio italiano materno, l'uomo fine e gentile», dice ancora Virzì. Un ruolo che sembra proprio calato a pennello su Marinelli, fa notare il regista, che rivela: «Ero convinto che non avremmo preso attori, poi mi sono arreso alla timidezza di Luca».

PERSONE ANCORA PRIMA CHE ATTORI - La scelta di prendere persone ancora prima che attori si è però concretizzata nell'arruolamento di Thony, cantante siculo-polacca scovata su MySpace. Che, affidandosi ai consigli di Paolo Virzì, sembra essersi calata perfettamente nella parte: «Antonia è impulsiva, fuori di testa - racconta la diretta interessata - tutte cose che con i trenta ho cercato di mettere da parte, quindi mi sono divertita a sbroccare liberamente».

VIRZÌ: VOLEVO LA PUREZZA DELL'OPERA PRIMA - Dopo «La prima cosa bella», melodramma intergenerazionale dall'architettura narrativa creata ad hoc per commuovere lo spettatore, «Tutti i santi giorni» rappresenta un esempio di grazia più semplice: «Volevo esplorare qualcosa di nuovo e ritrovare la purezza come se fosse l'opera prima - conclude Paolo Virzì -. Vediamo se la semplicità che sussurra funziona bene lo stesso». La risposta si scoprirà in sala a partire da giovedì 11 ottobre.