25 aprile 2024
Aggiornato 23:30
Più che improbabile, sembra surreale

L'eredità di Man Ray è in un garage di Long Island

Familiari vogliono vendere il patrimonio per 20 milioni di dollari. Lo rivela il Wall Street Journal, spiegando che nella rimessa per auto ci sono 16 container «delle dimensioni di un freezer», in cui sono conservati circa 4500 lavori

NEW YORK - Più che improbabile, sembra surreale. L'eredità di Man Ray, pioniere della fotografia e artista leggendario dell'avanguardia dadaista, è nel garage di un meccanico di Long Island - negli Stati Uniti - ed è in vendita a 20 milioni di dollari. Lo rivela il Wall Street Journal, spiegando che nella rimessa per auto ci sono 16 container «delle dimensioni di un freezer», in cui sono conservati circa 4500 lavori. Sebbene lo scenario possa stupire, le ragioni che vi sono alle spalle sono più che realistiche.

Quando Man Ray morì, nel 1976, nella sua casa parigina di Montparnasse, lasciò la sua eredità all'ultima moglie, Juliet, che a sua volta ha trasmesso il patrimonio ai suoi familiari, proprietari dell'officina. Titolare del garage, e delle opere, è il fratello di Juliet, Eric Browner, che giunto all'età di 86 anni, sollecitato dalla numerosa famiglia, sta cercando di vendere tutto. La cifra richiesta suona come un'altra nota surreale della storia: 20 milioni di dollari.

Il Centre Pompidou di Parigi e lo Smithsonian Museum di Washington si erano interessati all'acquisto, per poi desistwre di fronte alla somma richiesta. Secondo quanto riportato dal Wall Street Journal, anche il Getty Research Institute sarebbe in fase di trattativa con Browner, ma la spesa non è ancora stata neppure valutata dal board museale.

Come gli altri grandi nomi del movimento surrealista, anche Man Ray è molto quotato. Due anni fa la casa d'aste Sotheby's ha venduto un suo dipinto del 1941, «Fair Weather», per la cifra record di 2 milioni di dollari, ma c'è chi sostiene che il patrimonio custodito a Long Island non valga il suo prezzo. Timothy Baum, uno dei più affermati mercanti dell'arte surrealista, ha definito la somma «folle», per «un residuo di un archivio». Altri, come la curatrice indipendente Merry Foresta, temono che la richiesta di una cifra insostenibile porti a una suddivisione del patrimonio, cosa che penalizzerebbe gli studi sull'opera di Man Ray.