19 aprile 2024
Aggiornato 04:00
In 70mila ai funerali di Lucio Dalla

Dalla, un ultimo giro sui Colli di Bologna

La volontà di Lucio, un «rito» fatto anche per funerali della madre. In 70mila al suo «compleanno». A Bologna tutti più tristi. Marco Alemanno: A 10 anni un'emozione totale e disarmante

BOLOGNA - Un giro sui Colli bolognesi. Questa l'ultima volontà di Lucio Dalla che oggi, dopo i funerali in San Petronio e prima della tumulazione alla Certosa, è stata esaudita.
Il carro funebre che trasportava la bara di Lucio Dalla, uscito a fatica dalla ressa di Piazza Maggiore dopo la messa funebre, prima di raggiungere il cimitero comunale ha deviato verso i Colli. Era una volontà del cantautore stroncato da un infarto giovedì, quasi un «rito» celebrato anche in occasione della morte della mamma Iole. Sull'auto c'erano Ron, l'artista Stefano Cantaroni autore dell'Ultima Cena utilizzata come sfondo alla camera ardente e il compagno Marco Alemanno.
Ad attendere la salma di Dalla alla Certosa c'erano circa 400 persone, tra cui diversi tifosi del Bologna Calcio. Lucio è stato tumulato in un loculo davanti al quale è stata posta la corona di fiori del presidente della Repubblica Giorgio Napolitano.

In 70mila al suo «compleanno». A Bologna tutti più tristi - Lucio Dalla non amava le grandi manifestazioni, ma alla festa per il suo 69esimo compleanno si sono presentati in 70mila. Tutti in San Petronio non ci sarebbero stati, quindi Piazza Maggiore, quella «Piazza Grande» che tanto ha cantato e fatto cantare, per un'ora e mezza si è trasformata in una grande chiesa. Così i bolognesi hanno applaudito e detto addio al cantautore stroncato da un infarto giovedì scorso durante il tour in Svizzera. «Buon compleanno Lucio. Oggi c'è un po' più gente di quando festeggiavamo con tua mamma in piazza Cavour. Oggi hai tutta Bologna» così ha iniziato l'omelia p. Bernardo Boschi, domenicano, confessore e amico di Dalla.
In chiesa si sono presentati, tra gli altri, i suoi «colleghi»: Renato Zero, Gigi D'Alessio, Cesare Cremonini, Alessandro Haber, Samuele Bersani, Roberto Vecchioni, Gianni Morandi, Renzo Arbore, Jovanotti, i Pooh, Nek, Ornella Vanoni, Eros Ramazzotti e Luca Carboni. Sono tornati anche Luca Cordero di Montezemolo e Pierferdinando Casini, oltre al presidente della Regione Vasco Errani e al sindaco Virginio Merola che si è detto disponibile, già da domani, a discutere e a collaborare per la realizzazione di una Fondazione in memoria del «Lupo» bolognese.

Il prete si rivolge al compagno Alemanno: «E' un tonfo crudele» - Per due giorni la salma di Lucio Dalla, nella camera ardente allestita nel cortile d'onore del Comune, è stata omaggiata da politici, cantanti, artisti e fan.
Gli amici più stretti e i familiari sono rimasti in disparte, ma oggi l'ultimo addio è arrivato da loro e l'ultimo messaggio è stato per loro. E per Marco Alemanno, il giovane attore, compagno di Lucio, in particolare.
La curia di Bologna, anche sollecitata nei giorni scorsi dalla Cei, ha chiesto di non trasformare la messa funebre in uno spettacolo, per questo, pur concedendo la basilica di San Petronio, ha chiesto di non eseguire nessuna canzone «laica» in Chiesa. Così è stato, ma la lettura de «Le Rondini» dopo la comunione e il messaggio straziante di Marco al microfono, hanno infranto i cerimoniali. A rompere una certa ipocrisia dei giorni scorsi è stato lo stesso confessore di Dalla durante la predica: «Certo ci ha lasciato in un modo impensato, inedito, e questo è Lucio. Certo questo tonfo direi quasi crudele, vero Marco!?, ci ha lasciati tutti più soli, più tristi».
E Marco ha risposto: «Avevo solo dieci anni, ogni mattina prima di andare a scuola anche io sognavo di poter entrare dentro i fili di una radio e volare sopra i tetti delle città e con la polvere dei sogni, volare volare al fresco delle stelle anche più in là proprio come cantava quel signore nel disco che aveva comprato papà. E chi lo sapeva che dopo qualche anno avrei incontrato per caso lo stesso signore che si era inconsapevolmente insinuato nel mio immaginario ancora infantile eppure già manomesso dalla forza educativa dei suoi versi».

Marco Alemanno: A 10 anni un'emozione totale e disarmante - «Mi ipnotizzava quasi. Da quanto io possa ricordare fu la prima volta in cui mi sia commosso davvero, scontrandomi con un'emozione totale e disarmante. E chi lo sapeva che dopo qualche anno avrei incontrato per caso lo stesso signore che si era inconsapevolmente insinuato nel mio immaginario ancora infantile eppure già manomesso dalla forza educativa dei suoi versi». Non c'è stato bisogno della musica, tra l'altro proibita dalla Chiesa di Bologna, per far commuovere Marco Amendola al funerale dell'amico e compagno Lucio Dalla. E per far venire i brividi alle oltre seimila persone dentro San Petronio.
Alemanno, che nei giorni scorsi in pubblico in via D'Azeglio o dietro la bara in Piazza Maggiore, è sempre stato visto straziato dal dolore, al termine della messa nella basilica ha letto dal microfono il testo de «Le Rondini». E, sempre con lo stesso tono di voce, come se fosse la prosecuzione della canzone di Dalla, ha aggiunto il suo pensiero. «La voce delle rondini, poi un fischio lontano. Avevo solo dieci anni, ogni mattina prima di andare a scuola anche io sognavo di poter entrare dentro i fili di una radio e volare sopra i tetti delle città e con la polvere dei sogni, volare volare al fresco delle stelle anche più in là, proprio come cantava quel signore nel disco che aveva comprato papà. E non ero mai stanco di ascoltare quel brano, solo quello, mi ipnotizzava quasi, mi prendeva per mano e mi faceva girare il cielo come le rondini».