20 aprile 2024
Aggiornato 14:30
Il nuovo proprietario promette di evitarne la chiusura

I mitici studi di Abbey Road compiono 80 anni

Circa 180mila fan giungono ogni anno in devoto pellegrinaggio solo per fotografare le strisce pedonali sulle quali i Beatles si fecero ritrarre per la copertina del loro ultimo album «Abbey Road»

LONDRA - Compiono oggi ottanta anni gli studi di Abbey Road, le sale di registrazione che furono appunto inaugurate dal grande musicista inglese Sir Edward Elgar nel novembre 1931.
Gli studios di Abbey Road sono attualmente di proprietà dell'Emi che proprio ieri è stata assorbita dall' Universal Music Group. Universal ha promesso di salvare gli studi dalla chiusura.
Gli studios sono stati proclamati «monumento nazionale» dal febbraio 2010 e nel dicembre scorso lo stesso riconoscimento è stato deciso per le le strisce pedonali immortalate sulla copertina di «Abbey Road», ultimo album registrato da The Beatles.

Circa 180mila fan giungono ogni anno in devoto pellegrinaggio solo per fotografare gli studios e le strisce pedonali sulle quali i Beatles si fecero ritrarre per la copertina del loro ultimo album, titolato appunto Abbey Road. I Beatles utilizzarono soprattutto lo Studio Due: l'Uno era di norma riservato alla musica classica e fu proprio in quest'ultima sala che, proprio nel 1931, Sir Edward Elgar diresse la prima registrazione della Emi nel nuovo edificio sito nel signorile quartiere di St John's Wood.

Si incideva direttamente il master in cellulosa, se qualcosa andava male si doveva iniziare da capo: ancora nel 1962, quando i Beatles entrarono per la prima volta ad Abbey Road, i tecnici della Emi giravano in grembiule bianco come da regolamento («Non saremo finiti in un dannato ospedale?», si chiese perplesso Winston Churchill entratovi per registrare un discorso radiofonico).

Nei Sixties le cose cambiarono in fretta: dal due piste si passò al quattro piste (nel 1967), sempre alla rincorsa dei ritrovati tecnici degli studi americani ma con alcune originali invenzioni made in Emi come il flanger e l'Adt, il raddoppio artificiale della voce. O come il probabilmente meraviglioso ma per sempre perduto congegno che uno dei tecnici lasciò nello Studio Due andandosene via il pomeriggio, per scoprire la mattina dopo che un John Lennon in vena di esperimenti scientifici notturni l'aveva certosinamente smontato, disponendone poi i pezzi per terra in rigoroso ordine di grandezza.