19 aprile 2024
Aggiornato 20:00
Il cantante: «Il Sottosegretario è disonesto»

Droga, l'affondo di Vasco Rossi e la risposta di Giovanardi

Il rocker: «La droga? Legalizzarla è diverso da liberalizzarla». La replica del Dipartimento del Governo: «E' male informato»

MILANO - «E' estremamente scorretto egregio sig. Giovanardi, continuare ad usare sempre la definizione liberalizzazione della droga, quando si tratta invece di legalizzazione che è cosa ben diversa! Lei non può usare questi sotterfugi. Non è onesto, non è da Lei». Parola di Vasco Rossi che esprime il suo dissenso sulle parole di Carlo Giovanardi, sottosegretario alla Presidenza del Consiglio con delega alle politiche antidroga, che nei giorni scorsi aveva detto che il rocker «continua a dare lezioni divagando su temi sui quali purtroppo può portare soltanto il contributo della sua esperienza personale».
«Liberalizzata è già adesso che si può trovare a ogni angolo di strada - specifica Vasco sulla sua pagina Facebook -. Legalizzarla significa metterla sotto controllo, sottrarne il mercato alla malavita e mettere delle regole chiare laddove al momento esiste solo la legge della giungla».
«Siamo tutti contro la droga! Non si può difendere un vizio! E siamo tutti per la cultura della vita - ribadisce il cantante -. Il drogato non è un pericoloso criminale, ma un malato che soffre di una feroce dipendenza. La droga non è un problema di ordine pubblico, ma un problema di ordine sanitario! Chi sostiene il proibizionismo sostiene, di fatto, gli interessi della Mafia e della malavita».

La replica di Giovanardi - Giovanardi ha affidato la replica al Capo Dipartimento per le Politiche Antidroga, Giovanni Serpelloni. «Vasco Rossi - afferma in una nota Serpelloni - può leggere sul sito del Dipartimento Antidroga della Presidenza del Consiglio dei Ministri il testo dell'accordo che il Sottosegretario Carlo Giovanardi ha firmato a Washington l'11 luglio scorso con il Governo degli Stati Uniti» e «scoprirà che la posizione dell'Italia coincide perfettamente con quella del Presidente Obama per quanto riguarda il no deciso ad ogni forma di liberalizzazione o legalizzazione che sia e la necessità di potenziare le politiche che mirano al recupero integrale del tossico dipendente».
L'unica differenza - prosegue - che rende ancora distante i due Paesi è che da noi l'uso personale non costituisce reato mentre negli Stati Uniti il semplice possesso comporta l'arresto e la condanna a severe pene detentive. Siamo comunque sempre disponibili a fornire al sig. Vasco Rossi, come a qualsiasi altro cittadino, tute le informazioni per evitargli di avventurarsi in affermazioni totalmente infondate».

Polemiche dopo l'intervista del 9 agosto al TG1 - «Può darsi che la redazione del Tg1 faccia riferimento a qualcosa di diverso da quanto andato in onda nel TG1 delle 20 di ieri sera quando Vasco Rossi rispondeva alle domande del giornalista Mollica». Lo afferma Carlo Giovanardi, Sottosegretario di Stato con delega alle politiche sulle sostanze stupefacenti.
«Contro la droga - afferma in una nota - non è stata spesa nessuna parola mentre si è ripetuto da parte di Vasco Rossi abbiamo frequentato delle pericolose abitudini ma siamo ritornati sani e salvi senza complicazioni. Ha perfettamente ragione il direttore del Dipartimento politiche antidroga dott. Giovanni Serpelloni, che per ragioni professionali conosce bene le tragiche vicende di decine di migliaia di giovani che negli ultimi venti anni hanno avuto queste 'pericolose abitudini' che li hanno portati alla morte o a rovinarsi la vita a definire fuori luogo quell'intervista al TG1 delle 20».

Vasco Rossi: «Alberoni vittima del luogo comune» - «Dire che il rock sia naturalmente legato all'uso delle droghe significa generalizzare in modo irresponsabile e superficiale; significa fare di tutta l'erba un fascio. E fare di tutta l'erba un fascio è una metafora adatta a spiegare il metodo di procedimento fascista del pensiero». Lo scrive Vasco Rossi su Facebook per rispondere alle parole provocatorie di Francesco Alberoni. Il sociologo, con un articolo sul Corriere della Sera e in un'intervista a Radio Rock, ha sollevato un polverone sostenendo che: «Droga e rock nascono insieme. C'e' un eccitamento nel rock che viene favorito dalle sostanze che consentono di andare al di la' delle proprie prestazioni abituali. Una sfrenatezza che c'è anche nella discoteca, e nei concerti di cantanti come Vasco Rossi».
Il rocker non ci sta e puntualizza sul social network: «Bisogna che Alberoni si prenda almeno la briga di leggersi qualcosa sull'argomento che critica, se proprio vuole fare il tuttologo.
Il rock è nato come genere musicale di origine afroamericano, con testi che affrontano tematiche sociali in modo profondo e provocatorio. E' il ritmo delle pulsazioni del cuore e il movimento istintivo dell'atto sessuale. Se tutto questo può essere legato all'uso delle droghe allora significa che la vita, a cominciare dall'aria che si respira fino all'energia vitale, è droga. Francesco Alberoni, da buon sociologo, è rimasto vittima del peggiore luogo comune».