Vasco Rossi: «Drogarsi fa male»
La rock star su Facebook avvisa i giovani sugli stupefacenti ma «bisogna condannare il peccato, non il peccatore». L'elenco delle dichiarazioni degli ultimi giorni
MILANO - Vasco Rossi ormai ha preso confidenza con Facebook. Questa volta la rock star ha voluto consigliare le generazioni più giovani, informandole sulla pericolosità delle droghe: «La droga e in generale tutte le sostanze stupefacenti, farmaci compresi, sono pericolosi, comportano devastanti effetti collaterali e sono assolutamente da evitare. Questo non significa che si debba criminalizzare, perseguitare chi ne fa uso. Si deve condannare il peccato, non il peccatore».
Il cantante originario di Zocca ormai usa il social network da giorni per tenere un filo diretto con i fan. Dopo la pubblicazione del post sugli effetti degli stupefacenti, sono arrivati molti commenti pro-Blasco (in tutto ne sono stati pubblicati circa 800 in un'ora), ma anche diverse voci dissenzienti e critiche su queste affermazioni.
Vasco Rossi poche ore prima aveva scritto: «Chi sostiene il proibizionismo sostiene (di fatto) gli interessi della mafia e della malavita. L'unica politica seria contro la droga e quella definita 'Riduzione dei danni'. Questo è l'unico approccio realistico».
LE DICHIARAZIONI DEGLI ULTIMI GIORNI DI VASCO ROSSI
Vasco Rossi: La macchia nera è una bufala - Non passa giorno senza una polemica sulle condizioni di salute di Vasco Rossi, che continua a esternare via Facebook. «La macchia nera di cui parla Luzzato Fegiz è una bufala, l'unica macchia nera è dentro la sua coscienza». Questa la dura presa di posizione del rocker di Zocca che, dalla sua pagina Facebook, smentisce l'intervista pubblicata ieri sul Corriere della Sera.
«Caro Fegiz, sono Vasco. Da 15 giorni mi stanno rivoltando come un calzino, ma nessuno mi sa dire che cosa ho - si leggeva ieri sul quotidiano milanese -. Solo una macchia nera che non pare un tumore. Voglio cambiare le regole del gioco nel mondo del rock: voglio essere libero di parlare di cantare di suonare di volare. Chiudere una carriera. Aprirne un' altra. Dici che non ti telefono mai, eccomi qua».
12/08/2011
Vasco Rossi: Non sono depresso e non faccio uso di droga - Vasco Rossi precisa e si confessa. In una lettera al Quotidiano nazionale, scritta in risposta ad un appello di una lettrice, il cantante spiega di non essere depresso e di non fare uso di droga.
«Io non sono depresso», scrive Vasco Rossi. «Non lo sono più da dieci anni. Quando parlo provocatoriamente di cocktail di farmaci intendo in realtà l'uso di un antidepressivo (Effexor 0,75 mg, che è il dosaggio minimo esistente, c'è anche da 150 e da 300mg e io non l'ho mai aumentato), unito a un ansiolitico (Xanax, con effetti collaterali molto inferiori a sonniferi come il Tavor o il Minias che mi risulta essere usato dalla stragrande maggioranza della popolazione).
La mia depressione è esplosa nel 2001 dopo la morte improvvisa di Massimo Riva, seguita da quella del mio più caro amico d'infanzia, Mario Giusti, che, dopo un periodo di tossicodipendenza da eroina durato quattro anni dal 1982 al 1986, era uscito da una comunità dopo due anni completamente trasformato e maturato. Aveva smesso e da dodici anni non si faceva più. Lavorava e viveva serenamente quando improvvisamente si è sentito male in settembre (epatite C) e a gennaio è morto. Questo fatto - scrive il cantante - ha scatenato in me una rabbia e una disperazione tali per una così ingiusta e crudele fine che, aggiunta alla sensazione di essere un sopravvissuto, di avere raggiunto ogni mèta e realizzato ogni sogno al di là di qualsiasi immaginazione... ha fatto il resto. Non c'entrano quindi l'uso di droghe o sostanze pericolose che comunque ogni giorno consiglio ai miei fan, amici e figli di non usare. E non c'azzecca nemmeno la noia o lo stress da successo fama o «prezzo» in termini di vita privata che pago molto volentieri. Ma semplicemente di un momento di profonda malinconia che non definirei nemmeno depressione, anche per rispetto a chi davvero ne soffre e non riesce neppure a parlarne».
11/08/2011
Vasco: Ligabue? Bicchiere di talento in un mare di presunzione - «Ligabue? Penso che sia un bicchiere di talento in un mare di presunzione». Parola di Vasco Rossi che, poco dopo mezzanotte, ha pubblicato sulla propria pagina ufficiale di Facebook uno stralcio di un'intervista fattagli da Red Ronnie che sarà pubblicata integralmente a settembre, rinfocolando una polemica nata quattro mesi fa sempre sul social network.
«Caro Liga - era il messaggio comparso su Facebook la sera del 10 aprile - quando avrai scritto anche tu quasi duecento canzoni e avrai pubblicato sedici album inediti potrai essere messo sul mio stesso piano. Devi mangiare ancora un po' di polenta prima di poterti confrontare con me». La breve nota, firmata «Vasco», era intitolata «Ho inaugurato la stagione del parliamoci chiaro e del parliamoci forte». Poco dopo Tania Sachs, la portavoce di Blasco, aveva calmato le acque riferendo che «e' comparso improvvisamente un post che secondo noi non è stato scritto da Vasco ed è quindi erroneamente attribuito a lui. Riteniamo sia qualcuno che ha voluto fare uno scherzo a tutti e due». Ora, a distanza di qualche mese, la nuova provocazione di Vasco, che ha scatenato ancora una volta i commenti dei fan: non resta che attendere la replica di Ligabue.
07/08/2011
Vasco Rossi confessa: Vivo solo grazie ai farmaci - «Assumo (da tempo) un cocktail di antidepressivi, psicofarmaci, ansiolitici, vitamine e altro, studiato da una equipe di medici, che mi mantiene in questo equilibrio accettabile». Questo è il messaggio ai fan di Vasco Rossi pubblicato sul suo profilo ufficiale di Facebook.
A qualche giorno dall'uscita dalla clinica «Villalba» a Bologna, dove era stato ricoverato per una frattura a una costola, il rocker torna così a parlare delle sue condizioni di salute.
In una nota intitolata «Approfitto della vostra pazienza...» Vasco si mette a nudo e ringrazia tutti i dottori che lo seguono: «Se sono vivo lo devo a loro e a tutta questa valanga di chimica che assumo. Non avrei superato tutte le consapevolezze, le sofferenze e la profonda depressione nella quale ero sprofondato nel 2001».
«Ho passato un lungo periodo di tempo in cui ogni cosa mi sembrava li per ricordarmi come la vedevo diversa, prima - confessa il cantante -. Come mi risultava fastidiosa adesso mentre la trovavo normale e soddisfacente. E quella continua sensazione di groppo in gola, di sconsolata tristezza. Un velo opaco, grigio su ogni cosa. Essere di cattivo umore sempre dalla mattina alla sera, dalla sera alla mattina. Ogni giorno, ogni momento. Sempre. Non avrei nemmeno salutato. V.R.». Il messaggio è stato immediatamente sommerso da migliaia di commenti da parte fan e dai click sul «mi piace».
06/08/2011
Vasco Rossi: Alberoni vittima del luogo comune - «Dire che il rock sia naturalmente legato all'uso delle droghe significa generalizzare in modo irresponsabile e superficiale; significa fare di tutta l'erba un fascio. E fare di tutta l'erba un fascio è una metafora adatta a spiegare il metodo di procedimento fascista del pensiero». Lo scrive Vasco Rossi su Facebook per rispondere alle parole provocatorie di Francesco Alberoni. Il sociologo, con un articolo sul Corriere della sera e in un'intervista a Radio Rock, ha sollevato un polverone sostenendo che: «Droga e rock nascono insieme. C'e' un eccitamento nel rock che viene favorito dalle sostanze che consentono di andare al di la' delle proprie prestazioni abituali. Una sfrenatezza che c'è anche nella discoteca, e nei concerti di cantanti come Vasco Rossi».
Il rocker non ci sta e puntualizza sul social network: «Bisogna che Alberoni si prenda almeno la briga di leggersi qualcosa sull'argomento che critica, se proprio vuole fare il tuttologo. Il rock è nato come genere musicale di origine afroamericano, con testi che affrontano tematiche sociali in modo profondo e provocatorio. E' il ritmo delle pulsazioni del cuore e il movimento istintivo dell'atto sessuale. Se tutto questo può essere legato all'uso delle droghe allora significa che la vita, a cominciare dall'aria che si respira fino all'energia vitale, è droga. Francesco Alberoni, da buon sociologo, è rimasto vittima del peggiore luogo comune».
05/08/2011