24 aprile 2024
Aggiornato 03:30
Cinema

Da Shakespeare ai supereroi arriva «Thor» di Branagh

Da domani il film in 3D con Chris Hemsworth e Natalie Portman sul leggendario eroe della scuderia Marvel.

ROMA - Arriva domani nelle sale «Thor», il leggendario eroe della scuderia Marvel sbarca sul grande schermo in 3D diretto da Kenneth Branagh e distribuito dalla Universal Pictures. Tra effetti speciali, mitologia nordica, divinità che mostrano debolezze e sentimenti umani e i tre regni fantastici di Asgard, Midgard e Jotunhrim, la pellicola del regista irlandese si avvale di un ricco cast che comprende Natalie Portman, attrice fresca di Oscar, Sir. Anthony Hopkins e Rene Russo.

Nei panni del protagonista c'è l'australiano Chris Hemsworth, nuovo volto di Hollywood che ha debuttato nello «Star Trek» di J.J. Abrams nei panni del giovane Capitano George Kirk dell'Enterprise. Potentissimo e arrogante guerriero in grado di sconfiggere ogni avversario con il suo martello magico, Thor è un eroe forte e testardo dal fisico possente che per la sua sete di vendetta rischia di riaccendere un antico conflitto cosmico. Suo padre Odino (Hopkins), che stava per incoronarlo nuovo re, decide di punirlo spedendolo in esilio sulla Terra (il regno di Midgard), privato di tutti i suoi poteri. Dai cieli, Thor precipita nel deserto del Nuovo Messico dove incontra la giovane Jane (Portman), astrofisica che indaga su strani fenomeni naturali. Ma quando si trova davanti il cattivo più pericoloso che abbia mai affrontato, impara a diventare un vero eroe anche senza armi magiche, trovando persino l'amore.

Branagh, regista di diverse storie shakespeariane, ha detto di essere stato affascinato da questo personaggio fin da piccolo quando comprava i fumetti della Marvel. «Ero intrigato dalle qualità primordiali che evoca - ha raccontato - il suo legame con il mondo antico, le armi, le iscrizioni simili a quelle di Stonehenge e il puro peso fisico del suo personaggio. Incarna il cliché sdell'uomo invincibile che non chiede mai agli altri di fare ciò che lui stesso non farebbe».